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RE: Il parto, un’esperienza sottratta alle donne?

in #ita7 years ago

Non sono affatto d'accordo con le cose che scrivi, e non sono mai giunte alle mie orecchie neppure "racconti di racconti" delle pratiche mediche disumane di cui parli. Innanzi tutto, come donna e madre, io voglio pensare al benessere del mio bambino, e farlo uscire al più presto possibile da un luogo che è diventato inospitale, dato che ad ogni contrazione non riceve più sangue e quindi ossigeno. La sofferenza fetale, la stanchezza muscolare delle pareti uterine, i danni che possono derivare dalla barbarie di un parto in casa, che chiaramente non ha le garanzie che possono offrire il personale specializzato di un ospedale attrezzato e pronto alle emergenze nel caso qualcosa andasse male, sono sempre dietro l'angolo. I medici, gli ostetrici, gli infermieri, sono persone con tantissima esperienza e messi lì a tua disposizione per aiutarti in un'esperienza che SOLO PER TE è unica, mentre per loro è ROUTINE (=garanzia che sanno come e cosa fare). Idem per l'uso dei farmaci. Sinceramente credo che ciò che conti sia instaurare un buon rapporto con le figure sanitarie, col proprio ginecologo, e sapere cosa aspettarsi per sommi casi, poiché studiare la teoria non serve a un tubo, anzi, se in maniera presuntuosa si è convinti di saperla lunga si potrà solo nuocere al proprio figlio. Il parto NON è DELLA MADRE, non è nessuna esperienza mistica di stolte pancine amorose prive di altro scopo nella vita. Il parto è l'atto con cui il bambino viene alla luce ed inizia la sua vita. Se poi la madre vuol dare senso a tutto quel dolore mistificandolo, lo faccia pure, ma senza mettere a repentaglio suo figlio.