L'economia circolare è un nuovo modello economico che, a differenza di quello lineare, è pensato per potersi rigenerare da sé, attraverso un sistema analogo a quello di un ecosistema naturale. La Circular Economy pone quindi le sue fondamenta sul concetto di riutilizzo intelligente dei materiali, sia biologici sia tecnici, considerati di scarto nel modello lineare. In particolare, i primi dovranno essere reinseriti nella biosfera mentre i secondi riutilizzati allo scopo di far partire una nuova produzione e, pertanto, iniziare un nuovo ciclo.
Photo Credit: Pixabay/CC0 Creative Commons
L'Economia Circolare nell'Unione Europea: il viaggio verso Europa 2020
Dalla teoria alla pratica, però, il percorso non è stato in discesa: le prime idee di un'economia circolare vennero infatti presentate alla fine degli anni '70 ma, solo dal 2010, l'Italia e l'Unione Europea hanno iniziato ad adottare progetti di sviluppo e piani economici volti ad uno sviluppo sostenibile. Faccio riferimento, in particolare, ad Europa 2020, un ambizioso programma con cui la Commissione Europea si impegna a svecchiare l'economia e la società del nostro Continente, promuovendo e sostenendo aziende e progetti che propongano business model e sistemi di crescita intelligente e sostenibile. Questa strategia, citando le parole della Commissione Europea,
"mette l'accento su una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva come mezzo per superare le carenze strutturali dell’economia europea, migliorarne la competitività e la produttività e favorire l’affermarsi di un’economia di mercato sociale sostenibile".
Il termine economia circolare, nell'ottica di sviluppo sostenibile, include quindi numerosi temi legati in modo indissolubile all'Industria 4.0: tra questi il riutilizzo degli scarti di lavorazione, l'uso di energie rinnovabili e sistemi innovativi che sfruttino quest'ultime ma anche l'utilizzo di nuove tecnologie per ridurre l'impatto ambientale della nostra società.
È bene precisare che non vi sarà nessuna quarta rivoluzione industriale, nessuno sviluppo e nessuna crescita culturale senza un totale cambio di paradigma economico, sociale e culturale. È pertanto necessario che tutti gli attori, nessuno escluso, prendano coscienza di questo concetto per poter portare a termine con successo la rivoluzione attualmente in atto.
L'economia circolare è quindi la teoria alla base e il motore della strategia decennale Europa 2020, il cui risultato vorrebbe essere una completa integrazione della circular economy stessa. Il programma lanciato dalla Commissione Europea prevede quindi che ogni Stato membro adotti politiche in linea con questo impegno e l'Italia non si è tirata indietro.
La Circular Economy in Italia
Dal 2014 al 2017, la Commissione Ambiente del Senato ha adottato infatti una serie di risoluzioni volte a sviluppare l'adozione del modello economico circolare in Italia: specifici decreti a parte, la strategia italiana si basa sul promuovere l'economia circolare a livello locale, a sostenere ricerche e progetti volti a massimizzare il riutilizzo di apparecchiature elettriche ed elettroniche nonché a promuovere l'eco-design e, infine, a sostenere aziende attente all'innovazione sostenibile attraverso il Piano Impresa 4.0.
Photo Credit: Pixabay/CC0 Creative Commons
Da Europa 2020 all'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile
A livello comunitario, invece, il 16 gennaio 2018 l'Unione Europea ha lanciato la sua prima strategia per ridurre l'uso della plastica, al fine di proteggere il pianeta, i cittadini e responsabilizzare le imprese. Stando ai dati diffusi dalla stessa UE, infatti, in Europa vengono prodotti ogni anno 25 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica: solo meno del 30%, però, viene raccolto per essere riciclato. A livello globale, invece, le materie plastiche rappresentano l'85% dei rifiuti sulle spiagge. Questa strategia punta pertanto a far nascere una nuova generazione di imprese europee innovative ed efficienti nell'impiego delle risorse, capaci di fabbricare ed esportare prodotti e servizi puliti in tutto il mondo.
Questo nuovo modello economico, infatti, non ha come unica conseguenza quella di ridurre l'impatto ambientale bensì si presume che possa essere fondamentale per aumentare l'occupazione e ridurre la povertà. Una ricerca effettuata dall'inglese Wrap (Waste and Resources Action Programme) ha sottolineato infatti come l'economia circolare in Europa possa generare sino a 3 milioni di nuovi posti di lavoro, 1 milione dei quali entro il 2030.
L'economia circolare è quindi la chiave per un'Europa sempre più competitiva.
L'unico settore in cui di fatto esiste già una economia circolare a cui riesco a pensare è il settore agricolo. Sai di qualche altro successo recente? Qualche impresa che si occupa di riciclaggio?
Ciao @john-gpr! Il settore agricolo presenta sicuramente una forma "primitiva" di economia circolare ma, da qualche anno a questa parte, sono molte le aziende che stanno adottando sistemi di produzione più orientati verso questo modello economico. Uno tra i più competitivi è comunque il settore tessile, all'interno del quale molte PMI o startup innovative utilizzano scarti di lavorazione agricola (ma anche di materie plastiche, ecc... ) per creare filati e tessuti innovativi. Non solo... Esiste ad esempio un'azienda italiana fondata nel 2012 che realizza traverse ferroviarie ad altissime prestazioni ma create mediante il riutilizzo di rifiuti plastici e di pneumatici.
Accipicchia, il Wrap ha triplicato l'antica promessa berlusconiana... fantastico, vero? ;)