Tra la fine del Settecento e la prima metà dell’Ottocento, l’Inghilterra visse un periodo di pesanti e repentini cambiamenti che rivoluzionarono completamente il sistema economico (e sociale) nazionale, trasformandolo in modo irreversibile. Questo processo di cambiamento prende il nome di prima rivoluzione industriale: si abbandonarono quindi le tradizionali tecniche di produzione per lasciare spazio a macchinari azionati da energia meccanica.
Un processo analogo avvenne anche tra il 1856 e il 1878, convenzionalmente tra il congresso di Parigi e quello Berlino: se la prima rivoluzione industriale si fa coincidere con l’introduzione della macchina a vapore, la seconda è invece da imputarsi all’utilizzo dell’energia elettrica all'interno dei sistemi produttivi. Si parla invece di terza rivoluzione industriale facendo riferimento a tutti quei processi di trasformazione della struttura produttiva che hanno interessato il Vecchio Continente dal secondo dopoguerra sino alla fine del Novecento. Gli ultimi 50 anni del Novecento furono quindi caratterizzati dallo sviluppo dell’informatica, dell’elettronica e dalla corsa allo Spazio, che portò l’uomo sulla Luna nel 1969.
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E ora? Nonostante la crisi economica, negli ultimi anni stiamo assistendo ad uno dei processi di cambiamento più importanti e radicali di sempre. Ogni giorno viviamo a contatto con quella che si è soliti definire Industria 4.0, caratterizzata dalla tendenza all’automazione industriale e all’utilizzo delle nuove tecnologie per migliorare la qualità della produzione nonché delle condizioni di lavoro e della società.
In generale, il Boston Consulting ha stabilito l’esistenza di 9 tecnologie universalmente abilitanti ovvero quelle tecnologie che derivano principalmente dalla ricerca ma che solo ora, grazie all’interconnessione tra settori, possono essere applicate alle imprese e contribuire alla quarta rivoluzione industriale. Queste sono:
- Sistemi avanzati di produzione;
- Sistemi di produzione additiva che aumentano l'efficienza dell’uso dei materiali;
- Realtà aumentata;
- Simulazione tra macchine interconnesse;
- Integrazione verticale e orizzontale;
- Industrial Internet;
- Cloud;
- Cyber-security;
- Big Data Analytics.
Allo stesso modo, anche la Commissione Europea, all’interno del programma Horizon 2020, ha previsto l’integrazione di alcune KET (Key Enabling Technologies) al fine di rendere l’Europa economicamente competitiva. Queste sono:
- Microelettronica;
- Nanoelettronica;
- Fotonica;
- Nanotecnologie;
- Biotecnologie;
- Materiali avanzati;
- Sistemi di fabbricazione avanzati;
Il messaggio che vorrei far passare, però, è che la quarta rivoluzione industriale è un processo che sta cambiando e continuerà a cambiare le vite di ognuno di noi, dagli addetti ai lavori ai profani. L’Industria 4.0 – attualmente relegata prevalentemente al panorama industriale vero e proprio – si estenderà presto ad altri settori, nonché alla nostra quotidianità.
Un esempio? Una delle innovazioni principali che caratterizzano l’Industria 4.0 è la stampa 3D. Le stampanti 3D permettono alle aziende di ottenere prodotti di altissima qualità in tempi ridotti, nonché senza l’ausilio (o quasi) di personale alcuno. Lo sviluppo di questa tecnologia di stampa farà sì che si andranno a creare modelli adatti anche ad un uso casalingo, molto più efficienti e semplici di quelli attualmente in commercio.
Allo stesso modo, l’utilizzo di nuove tecnologie in azienda ha portato molto imprese ad iniziare ad adottare lo smart working. I dipendenti possono quindi lavorare, generalmente per alcune ore settimanali, direttamente da casa ma anche da un treno o da un’hotel.
E in Italia? Sebbene con alcuni anni di ritardo, anche il Belpaese ha introdotto un Piano Industria 4.0 che, grazie alle agevolazioni previste, ha portato ad un aumento del PIL, della produzione industriale nonché ad un miglioramento del clima di fiducia delle imprese rispetto al 2016. Il 2018, però, potrebbe essere l’anno di svolta dopo un periodo di rodaggio. Dopo un 2017 molto positivo per il panorama imprenditoriale italiano, che ha visto aumentare notevolmente gli investimenti in ricerca e sviluppo nonché in ammodernamento delle strutture e dei macchinari, nel 2018 si passerà alla fase due del piano che – come annunciato dal Ministro Calenda – si chiamerà d’ora in poi “Impresa 4.0”.
Uno dei temi fondamentali dell’Industria 4.0, infine, è la sostenibilità declinata nelle forme della Green Economy e dell’Economia Circolare. Si tratta, in entrambi i casi, di modelli economici che prevedono uno sviluppo sostenibile, attuabile mediante il riutilizzo intelligente degli scarti di lavorazione nonché attraverso l’utilizzo di energie rinnovabili.
Roba interessante davvero! Prima ancora di terminare la lettura ho pensato proprio alla stampa 3D, perché in effetti già esistono dei modelli casalinghi molto efficienti e utili non soltanto per produrre elementi decorativi o pezzi meccanici.
Sono convinta che questa vera e propria rivoluzione, come la definisci, sia un avvenimento estremamente positivo e sono felice di poter vivere in questo momento storico.
Come per tutti gli altri casi, anche per questa rivoluzione c'è stato un momento iniziale di puro entusiasmo ma scarsa preparazione tecnica, ne segue ora uno di preparazione degli operatori che hanno maturato un po' di esperienza (non è più tutto completamente nuovo, ma fino a qualche anno fa' gli operatori erano un po' acerbi) e solo nel prossimo futuro assisteremo alla fase in cui sfrutteremo al massimo la potenzialità dei nuovi mezzi.
Ad esempio, sempre parlando di stampanti 3D, ho visto che sia a Palermo che a Malta, all'inizio della rivoluzione tecnologica, sono nati dei centri di stampa; erano tutti molto entusiasti, sperimentavano, ma gli strumenti costavano ancora molto e molti centri si attrezzarono con stampanti di fascia media, non sapendo che il mercato li avrebbe distrutti con l'abbassamento dei prezzi delle stampanti desktop; con l'avvento della stampante domestica, i piccoli centri che non si erano dotati di strumenti e macchine all'avanguardia o capaci di realizzare lavorazioni con alte competenze tecniche, sono inevitabilmente falliti. C'è stato qualche caso in cui i centri stampa si sono evoluti in laboratori di prototipazione, oppure in centri di progettazione. Negli altri casi sono falliti e hanno chiuso.
Insomma, ha resistito chi si è tenuto al passo, chi ha sviluppato competenze tecniche specifiche (superando la mediocrità) e chi si è dotato delle macchine giuste.
Oggi, alla luce delle esperienze passate, si può già fare una resa dei conti, ma già 7 anni fa sarebbe stato impossibile, perché occorre dare tempo alla realtà produttiva di inglobare un nuovo processo per sapere come utilizzarlo al meglio.
In Italia si fa molto in questo senso, ma anche in altri paesi europei e non. Ma non c'è mai un limite alle possibilità di sviluppo, quindi auguriamoci che il 2018 sia davvero un anno buono!
Intanto, abbiamo Elon Musk, pronto a pedalare con @steemitri fino a Marte, mi sembra un ottimo punto di partenza!
Diciamo che con gli incentivi messi in campo nel 2017, in Italia abbiamo iniziato a vedere qualche spiraglio di miglioramento. Questo se si parla delle medie imprese... A livello europeo esiste il programma Horizon 2020 che supporta i progetti imprenditoriali ma anche di ricerca e sviluppo in settori legati all'innovazione e all'Industria 4.0. Gli strumenti non mancano, insomma... Stiamo a vedere!
P.S. @nawamy perdonami del ritardo nella risposta ma la mia "banda" è stata affaticata tutto oggi :D
Ho fatto un servizio pubblicitario per una grande azienda a Firenze ma di livello mondiale proprio riguardo all'industria 4.0. Non avevo mai visto un certo livello di tecnologia così avanzato.
Sì, alcune aziende italiane sono delle vere e proprie eccellenze del settore.
Fortunatamente adesso si sta iniziando a dare più importanza e rilievo a questo tema...
Questa è un'eccellenza in quanto produce al suo interno ogni macchinario di cui ha bisogno, senza l'intervento di altre ditte a volte situate in altre nazioni. Avendo un ciclo completo di produzione è delle più all'avanguardia.
Finalmente hanno capito di darsi da fare anche in Italia :)
Se puntiamo su questa industria 4.0 e sulla ricerca, torneremo ad essere sicuramente tra i top paesi in questo ambito ^^
Magari!
Diciamo che l'aspetto più importante è rimanere al passo con i tempi e gli altri Paesi. L'ideale, in questo momento storico, è sentirsi parte di un sistema più grande e lavorare per rendere l'Europa competitiva sul piano industriale.
La conseguenza più ovvia sono i benefici per la società, anche per quella italiana...
Hai ragione! Se L'Europa sarà forte, anche l'Italia ne guadagnerà! Speriamo bene nel futuro allora ;)