Eccomi con il primo vero post, premetto che questo non vuole essere un corso ma un punto di riferimento e un'occasione per approfondire argomenti, confrontarci su alcuni aspetti della musica sia suonata che prodotta in studio.
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In venti anni di lavoro in studio ho ascoltato e registrato moltissimi gruppi, il più delle volte presentandosi direttamente da me con delle demo. Ho sempre chiesto loro dove fosse stata fatta la registrazione di queste demo e nel 90% dei casi mi è stato risposto Garage o Casa. Al contrario loro facevano sempre questa esclamazione:" Cavolo qui da te si sente male questa demo, perché quando lo sento da me mi sembra buona? Eppure ho queste casse (x) e questa scheda audio (y)! ".
A questa domanda, per far capire comunque la qualità del mio studio ai ragazzi, io rispondevo mettendo un brano di un gruppo famoso che magari loro avevano preso in considerazione come riferimento sonoro per l'album e per mia fortuna il brano suonava sempre bene.
Quindi le caratteristiche da prendere in considerazione nel momento in cui si decide di trasformare la propria camera o studio in uno semi professionale vanno aldilà della scelta delle casse o della scheda audio; queste sono molte e prevedono una serie di piccoli interventi anche strutturali all'interno dell'ambiente stesso.
Tralasciando la possibilità o meno di poter intervenire in maniera drastica sulla collocazione delle pareti, cercheremo da qui ai prossimi incontri di analizzare i pro e contro di un ambiente, che sicuramente non rispecchierà le caratteristiche di assoluta rigidità richieste nel momento in cui in questa stessa sala venga affrontata una registrazione o cosa più importante un mix.
Perché è così importante partire da questo step?
Avere una sala che abbia un bilanciamento delle frequenze ottimale e che ci restituisca un ascolto dei nostri monitor, non alterandone le performance originali, è importante quanto un'ottima scelta dell'attrezzatura e del materiale tecnico da prendere in considerazione per l'acquisto.
Esempio: Sto sentendo sul mio computer e con le mie casse un mix di alcune tracce registrate da me o di file già pronti presi da librerie interne al nostro software di elaborazione audio. Ascoltando il brano ho una percezione di suoni che protendono verso le tonalità basse. Apro un plug-in Equalizzatore e vado a togliere quelle frequenze che a me danno fastidio. Ascolto ora lo stesso brano (privo della correzione effettuata con l'Equalizzatore) in un altro ambiente sempre con le stesse casse, magari nel salone di casa. Qui il nostro mix ci suona piuttosto bene.
Perfetto adesso quale mix posso reputare attendibile ?
Semplice, nessuno dei due è attendibile per il momento!
Entrambe le sale, vuoi per differenza di disposizione dei mobili o vuoi per una differente grandezza dell'ambiente, conferisco al nostro ascolto una percezione diversa dello stesso brano.
E allora come risolviamo il problema?
Creandoci dei punti di riferimento sonori/musicali.
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Molti fonici, quando entrano per la prima volta in una sala o in un club per missare un concerto live, dopo aver fatto le dovute tarature dell'impianto e di tutte le macchine presenti in regia, ascoltano tramite semplici supporti audio dei brani editi che loro reputano, in base anche ai loro gusti personali, missati e prodotti bene. C'è chi mette sù i Foo Fighters o chi, più classicone, Sting ma a volte può anche essere più di un brano. Questi ascolti fanno parte di una loro memoria sonora, sono professionisti che nel settore si affidano alle loro capacità di giudizio e a quelle uditive. In base alla loro esperienza in vari studi o club, si portano dietro un ricordo ottimale di tutte le frequenze che servono per far sentire bene quello stesso brano in quell'impianto, ma dove non rispecchi il loro ricordo sonoro, agiscono con gli equalizzatori.
Lo so ci vuole tempo e pazienza, ma come per un pianista sia più corretto incominciare con il posizionare in maniera giusta le mani, per il fonico è necessario sforzarsi nel distinguere le frequenze che si stanno ascoltando.
Prima cosa da fare quando si entra in studio è quello di ascoltare della buona musica, cosa che andrebbe fatta anche in altri momenti della giornata. Ci aiuterà a ristabilire i giusti parametri di ascolto della nostra sala.
Una buona abitudine è quella di esportare il nostro mix su chiavetta digitale o su CD per poterlo ascoltare su più supporti possibili. In macchina o nello stereo di casa, in cuffia, nelle casse del nostro computer portatile o addirittura nel nostro televisore di casa. Ricordiamoci sempre che un buon mix suona bene su tutti i supporti.
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Altra buona abitudine è quella di avere un Analizzatore di Spettro sempre aperto e attivo nella nostra Regia. Che sia un Plugin o un Hardware non fa molta differenza, per adesso è necessario avere un riscontro visivo di cosa sta succedendo all'interno del nostro mix; ovvero ascoltiamo prima un brano edito di riferimento e successivamente il nostro. Durante l'ascolto osserviamo costantemente il nostro analizzatore cercando di carpire visivamente l'andamento delle frequenze, concentriamoci ogni volta che riascoltiamo il brano sui diversi frammenti di frequenze, partendo da quelle dei suoni più gravi fino ad arrivare alle frequenze più acute. Memorizzando il livello delle diverse bande di frequenza riusciremo mano a mano a fare un paragone grafico dei due ascolti.
Nel prossimo appuntamento parleremo dei difetti che potrebbe avere la nostra sala. Ci saranno sicuramente diversi coefficienti di assorbimento dovuti all'arredamento, alla poca profondità, agli specchi, ai vetri o al soffitto troppo basso. Determineremo il posizionamento corretto delle casse in base all'ascoltatore e della loro distanza dalle pareti. Nell'attesa di avere una sala bilanciata è importante e necessario incominciare a conferire al nostro udito una memoria sonora, essa sarà l'unico e vero punto di riferimento che ci renderà sicuri delle nostre scelte, più o meno importanti, all'interno della regia audio.
Bello!!!!!!!!!
Grazie !!!!!!!
Che tecnologia....io ricordo quando registravamo su bobina...vero @nicola71?? :D
Grande !! Anche io ho iniziato su bobina ! Studer ?
Non lo so. Nel senso che noi suonavamo, il fonico registrava ma non so con cosa. :) Erano gli anni 90. Poi dopo uscì la tecnologia HD recording, almeno così la chiamava. Iniziarono a uscire software multitraccia che erano una vera rivoluzione.
Ho capito. No io ho iniziato a lavorare in studio nel 99 e si adoperava il Tascam 16 canali. Poi 3 anni dopo ho collaborato in un altro studio a Torino dove si usava lo Studer A80 di 24 canali, bellissimo. Comunque si ora si è incentrato tutto sul digitale ahimè!! 😉
Non saprei la differenza, ma credo che in digitale forse è più comodo, o sbaglio? Si può correggere gli errori aggiungere o togliere.
Si è sicuramente più comodo. Usare quel tipo di macchine era più impegnativo e carico di responsabilità. Se sbagliavi erano cavoli.
Eh me lo ricordo. Una volta per inserirci una "piattata"di crash fu complicato ;). Però è una bella soddisfazione lavorare in usato campo.