Un tavolo bianco, in un salotto illuminato e caotico, con un divano blu e qualche macchia di verde qui e lì.
"Adoro le piante grasse, “succulents” come dicono gli inglesi. Succulenti e gioiose, simpatiche e fedeli, quasi immortali e semi-perenni, vitali ma pazienti, attente e sornione.
Sono un po’ la rappresentazione di come dovrebbe essere presa la vita, per il verso giusto: pungenti ma concrete.”
Ma torniamo al tavolo bianco.
Solitamente accompagnato da un vaso di fiori vanitoso e da un telecomando malato di televisione, ci sono giornate in cui, invece, prende vita.
Quando i rumori e i suoni più diversi animano la casa; quando la musica riempie l’aria, le chiacchiere si fanno lunghe, qualche discussione vola tra un piatto da lavare e un’aspirapolvere da passare; quando la cucina si riempie di profumi, i bicchieri tintinnano, il citofono suona e nuove voci arrivano; quando il tavolo cambia forma, diventa il centro della casa, abbigliato di tovaglie, cristalli, porcellane e tanti bicchieri di vino, allora in quei momenti lì, la sua vita cambia.
Diventa il centro dei discorsi, il luogo concreto in cui le voci si incrociano, si sorridono, in cui un equivoco fa nascere risate, in cui le parole si accavallano e ognuno parla di una cosa diversa, una bimba balbetta e un cane scodinzola sperando che caschi quel pezzettino di pane.
Il tavolo bianco è un mutaforma, diventa ciò che gli altri hanno bisogno che sia.
Il caos caotico del sabato mattina, delle tavolate imbandite e delle pietanze deliziose da gustare, impone che sia il compagno conviviale del momento centrale della giornata.
In tanti si siedono attorno a lui, le sedie scoppiate che però aiutano le coppie a nascere, le amiche, gli amici, le sorelle, i fratelli, i nonni, le zie, i cugini, le anime gemelle, le anime belle, quelle sorridenti e anche quelle un po’ tristi che trovano quell’attimo di serenità circondati dal caos caotico del sabato mattina.
Ci sono giornate in cui prende vita perché la vita lo circonda; altre in cui invece, la vita arriva dalla fantasia e dai pensieri che si affollano silenziosi come farfalle nella mente di chi a quel tavolo ci si siede, lo vive, lo affolla, lo usa come sostegno alla propria necessità di creare.
In quei giorni lì, si anima in silenzio, accadono cose, prendono forma idee, intuizioni, pensieri sparsi senza senso, si fanno esperimenti, si sfogliano pagine, si perdono gocce colorate per strada, si macchia di trucioli di matita e di inchiostro.
Si apprendono cose, si accumulano quaderni, sente il peso di avambracci appoggiati per scrivere o disegnare, per colorare o cancellare.
Se si osservasse dall’alto, il tavolo bianco non apparirebbe poi più così bianco. Sarebbe un’insieme di macchie di colore arcobaleno, proveniente dai più disparati oggetti: matite, acquerelli, evidenziatori, libri, fumetti, quaderni, albi illustrati, saggi, quaderni imbrattati di appunti, di disegni, di esercizi di stile, di esercizi di arabo, di esercizi in altre lingue, di prove su prove di sketch, di pensieri pensati dagli altri e di pensieri pensati da sé.
Una vera e propria palestra mentale della creatività. Quello che serve, sempre più spesso, per non farsi appiattire dalla necessità del fare cose utili. Come dice il titolo di uno dei libri che colorano il tavolo bianco, è il trionfo de “L’utilità dell’inutile” per affiancarsi alla vita, per non farsi travolgere da essa, per ritrovare quel necessario equilibrio lontano dalle cose “utili” che ogni giorno pretendono attenzione, dedizione, impegno, celerità, presenza, repentina reazione e azione per “produrre” profittevoli realtà.
Ci può essere un profitto anche nell’inutilità. E’ quello che guadagna l’anima che si libera da ogni impegno, da ogni dovere e si perde in una dimensione fatta di immagini, colori, sogni, speranze e fantasia.
Questo il tavolo bianco lo sa benissimo.
Dalle cose presenti su questo tavolo, si possono apprendere tante cose di chi lo ha affollato. Una lei, indubbiamente. Sarcastica, ironica e scorbutica quanto basta, come Lucy Van Pelt. Figlia di ferroviere, come cita il titolo di un libro. Amante dei fumetti, come raccontano i lavori di Craig Thompson. Innamorata di Pasolini, tanto da averci scritto una tesi, come ricorda il ritratto del poeta. Lettrice avida di tutto quello che capita sottomano. Creativa di tanto in tanto, come racconta il taccuino dei disegni popolato di fiori. Caotica nei pensieri e colorata nelle idee, come lasciano intuire le matite buttate a casaccio qui e lì. Ci si può raccontare anche solo tramite degli oggetti abbandonati nel caos calmo di un sabato pomeriggio qualunque.
Bellissimo racconto, romantico e gradevole, molto brava davvero a giocare sapientemente con le parole, grande @stella87s
Il tavolo bianco come un piccolo grande mondo, come passerella sul futuro, la cosa incredibile del tuo tavolo è che non sta mai fermo.
Mi sei mancata in questo periodo di latitanza! Un saluto @giornalista
Hello @stella87s, thank you for sharing this creative work! We just stopped by to say that you've been upvoted by the @creativecrypto magazine. The Creative Crypto is all about art on the blockchain and learning from creatives like you. Looking forward to crossing paths again soon. Steem on!