C'era una volta un Regno.....che dava fastidio.....

in #ita7 years ago (edited)

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C’era una volta un Regno, avente Napoli capitale, che comprendeva tutte le terre del Sud Italia, guidato dalla dinastia regnate dell'epoca: i Borbone.
I Borbone ereditarono una storia molta antica, plurisecolare (il Sud Italia divenne “stato” nel 1100, Napoli diventa capitale nel 1200), un territorio unito culturalmente, forse, già dai tempi della Magna Grecia.
Questo Regno non era la valle dell’Eden ma stava compiendo grandi passi in avanti.
Da vicereame poverissimo, in breve tempo, intraprese il suo percorso verso il futuro.
Ebbe il suo sviluppo, con pregi e difetti e, soprattutto, conseguì una serie di primati quasi tutti economici e positivi che improvvisamente con l’Unità d’Italia diventarono solo negativi (e la negatività è proseguita, con dati drammatici, fino ai nostri giorni).
Qual’era questo Regno ? Il Regno delle Due Sicilie.
Da un punto di vista agricolo ciò che, in modo particolare ed in breve tempo, fece decollare l’economia di tali territori fu la decisione del sovrano di distribuire le terre demaniali ai contadini a danno dei nobili; non abolì il “feudo”, cosicchè, ogni contadino divenne feudatario di se stesso (non proprietario ma possessore della Terra), in cambio, ogni contadino si impegnava a pagare al Re, sulla parola, la decima parte del valore della produzione realizzata in un anno; chi di questi conduttori, per più di tre anni, non coltivava la terra perdeva la stessa che finiva con l’essere ridistribuita alla comunità.
Si diffuse, dunque, almeno agli inizi, una ricchezza in beni e non in capitali (con l’Unità d’Italia, al contrario, si sviluppò il latifondo: i terreni demaniali distribuiti ai contadini nullatenenti ed al Clero, vennero messi all’asta e così gli ex Baroni, spossessati dei Feudi dai Borbone, se ne impossessano nuovamente; in tal modo i contadini, ex conduttori, diventarono braccianti, forza lavoro: ecco l’avvento dello sfruttamento della Terra).
Nei decenni successivi, si svilupparono anche altri settori, ad esempio: il Sud Italia, fino al 1860, vantò dati invidiabili dal punto di vista delle Industrie, degli operai a lavoro..dati che erano in media, se non addirittura superiori, a quelli delle altre regioni italiane.

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resti della Ferriera di Mongiana

Su tutti possiamo ricordare: 1) l’impianto di Mongiana, nelle Serre Calabresi, che era il più ricco distretto minerario e siderurgico del Regno delle Due Sicilie e dell’Italia intera (con 950 addetti nel 1850 prima dell’unità italiana, poi ridotti ad una decina di sorveglianti nel 1873, dopo l’unità … cfr. “Noi, I Neoborbonici” di G. De Crescenzo) vera eccellenza con il suo know-how ed indotto dell’epoca, 2) le officine metallurgiche di Pietrarsa a Portici, Napoli (con oltre 1.000 addetti prima dell’unificazione italiana, ridotti invece ad un centinaio dopo … cfr. “Noi, i Neoborbonici” di G. De Crescenzo).

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Non a caso, alla Mostra Internazionale di Parigi del 1856 (si badi bene, solo sei anni prima dell’unità d’Italia) il Regno delle Due Sicilie fu premiato come terza Superpotenza dell’epoca dietro ad Inghilterra e Francia.
Con l’Unità d’Italia, le oltre 5.000 fabbriche presenti in tutto il Sud Italia vennero smantellate, chiuse e la disoccupazione iniziò a nascere. Dal punto di vista finanziario, nel Regno vi era il doppio dell’oro di tutte le banche italiane messe assieme, in particolare il totale delle monete degli antichi stati italiani al momento dell’unità ammontavano a 668,4 milioni ed erano così ripartiti: Regno delle Due Sicilie 443.2 milioni, Lombardia 8.1 milioni, Ducato di Modena 0.4 milioni, Parma e Piacenza 1.2 milioni, Roma 35.3 milioni, Romagna Marche e Umbria 55.3 milioni, Sardegna 27.0 milioni, Toscana 85.2 milioni, Venezia 12.7 milioni (cfr. “I Savoia ed il Massacro del Sud” A. Ciano, ed. Grandmelo); ancora, venne creata la prima ferrovia su suolo italiano: la Napoli – Portici (ricordata dai conniventi della storiografia ufficiale come “mero gioco del Re”. A proposito , sempre in tema di ferrovia, i relativi progetti previsti dai Borbone, addirittura esaltati anche dal nemico, leggasi Cavour, furono ovviamente interrotti a partire dal 1860…); venne, anche sviluppata la flotta navale a punto tale da diventare la seconda al mondo per numero di navi (dietro solo a quella britannica) e garantire fiorenti e numerosi scambi commerciali in tutto il mondo.

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Vi era il più alto numero di ospedali, la più bassa percentuale di mortalità infantile, vi erano 5.500 scuole, tutte gratuite, su 1500 comuni (dopo il primo anno di Unità nazionale furono chiuse 850 scuole, l’anno dopo più di 1.000), sorsero Università che partorirono quelle discipline (es. archeologia, sismologia, edilizia antisismica, economia politica, etc.) che oggi vengono insegnate negli atenei di tutto il mondo (dopo l’unità d’Italia tali università prima vennero declassate e poi destinate alla chiusura).
Insomma, in questo Regno tutti, bene o male lavoravano e, soprattutto, l’emigrazione era praticamente quasi nulla, non certamente paragonabile a quella che, prima dell’annessione del Regno delle Due Sicilie all’Italia, già interessava le regioni settentrionali della penisola italiana (oltre 200.000 emigrati tra comaschi e genovesi e grandi numeri anche dal Ducato di Parma). Al contrario, nel Sud Italia si ricevevano persone, tali terre erano oggetto di immigrazione provenienti anche da stati stranieri (come dalla progredita Inghilterra), uomini che giungevano nel Regno per svolgere i più disparati lavori perché attratti dalla società economica, culturale, artistica, etc. che si era sviluppata.
Sostanzialmente, nel Regno delle Due Sicilie, a differenza di quanto, invece, la storiografia ufficiale italiana continua a far credere ancora oggi sui libri imposti agli studenti nelle scuole (insegnando il falso), vi era una Amministrazione che funzionava e nessun dittatore da cacciare per il bene della popolazione.

Ricordate, come diceva Hegel: "la Storia è la versione dei fatti di chi detiene il potere".

Alla prossima puntata..

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Davvero i miei migliori complimenti!
Tra l'altro concordo con la massima di Hegle che hai citato alla fine.

Grazie mille cloudaut !!! Nei prossimi episodi scoprirai di più..

Li aspetto!