Salve Steemers! Ho letto questa incredibile storia raccontata da @moncia90 nei suoi post e ho deciso di partecipare al suo contest. Provare ad immaginare un finale dopo un racconto così non è assolutamente facile ma ci proverò. Invito a partecipare tutti a questo contest in quanto reputo che sia molto avvincente e molto intrigante. Spero che il racconto sia di vostro gradimento!
Immagine libera da copyright (pixabay.com)
Asso e Re di picche - Parte 4
[...] Lascio il borsone cadere a terra ed estraggo il kalashnikov. QUESTA E' UNA RAPINA!
Le persone in quella banca si gettano subito a terra in preda al panico. Saranno una decina, la maggior parte ragazzi molto giovani, probabilmente alle prime esperienze di lavoro. Credetemi, ho il cuore a mille. In questo momento ho più paura di loro e questo dannato kalashnikov inizia a pesare come un macigno. Per un attimo ho pensato di essere un duro, una di quelle persone che non temono nulla, fino a quando non ho visto gli occhi di quelle persone, di quei ragazzi. E se al posto loro ci fossi io? Ma non è tempo di fare queste riflessioni, quelle maledette carte mi hanno condannato e adesso mi ritrovo in questa situazione. Non posso fare di testa mia altrimenti Jason e il Gordo mi faranno saltare in aria.
Con un passo lento e molto impaurito, mi avvicino verso una donna vicino la cassa con i soldi e, con la voce tremolante e quasi spezzata dal pianto, inizio a farfugliare.
Io: T-tu! C-come ti chiami?
La donna con la testa rivolta verso il basso e straziata dal pianto non azzarda a rispondere. Ad un tratto si gira verso lentamente verso di me e, disperata, mi implora..
Lei: Ti prego, prendi tutto quello che vuoi, ma lascia andare i miei bambini. (piange)
Mi guardo attorno e vedo due bambini nascosti dietro uno scaffale mentre si abbracciano, come per dire "facciamoci forza". Non riesco a credere a tutto questo. Nessuno può capire cosa sto provando in questo momento. Bambini, ragazzi, mamme, uomini...tutti miei ostaggi. Il mio cuore non reggerà tutto questo. Cosa sto facendo? Sto mettendo a rischio delle vite solo per denaro. Non so cosa fare. Se non prendo quei soldi Jason mi taglierà la testa. Ma forse è meglio una vita che dieci. Se il Gordo vedesse questa situazione, farebbe fuori tutti. Lui è un animale.
Inizio a pensare tra me e me. "Se facessi scappare tutti? Potrei prendere i soldi senza rischiare di dover uccidere qualcuno. Ma una volta fuori di lì chiamerebbero sicuramente la polizia."
Di colpo sento degli spari provenire dall'altra parte della stanza. La gente in mio ostaggio inizia ad urlare e i bambini vicino allo scaffale chiamano disperatamente la loro mamma. Comincio a pensare di essere davvero fottuto e con me tutte queste persone. Sono pietrificato. Cosa diamine devo fare?!
Mi faccio forza e coraggio e, con piccoli passi, mi dirigo verso la stanza dove si erano sentiti gli spari. Ma non riesco neanche a fare un passo che spunta fuori il Gordo, con la sua canotta bianca macchiata di sangue e con una Magnum ancora fumante. Si rivolge verso di me con uno sguardo minaccioso.
Il Gordo: Che diavolo succede qui? Cosa fai lì impalato? Non stiamo mica qui per pettinare le bambole. Ora ti mostro io come si fa!
Inizio a tremare di paura e le mie mani a malapena riescono a reggere la mia arma. Il Gordo impugna la sua Magnum e la punta verso i bambini.
Io: Sei impazzito?! Non vorrai per caso uccidere queste persone! Getta l'arma!
Il Gordo: Zitto babbeo!
Senza pensarci su, il Gordo scarica un proiettile sul petto del bambino. La mamma, accanto a me, si lascia cadere in un pianto disperato, mentre guarda il suo piccolo in un lago di sangue. Il fratellino (all'apparenza più piccolo) non sapeva cosa stesse succedendo il quel momento. E neanche io. Il mio cuore si è fermato e si è fatto in mille pezzi. Non riesco a credere a ciò che ha fatto quel maledetto ciccione.
Il Gordo: Visto come si fa? Ora tocca al fratellino...
Il Gordo poggia il dito sul grilletto e, in preda alla disperazione, punto verso il ciccione, chiudo gli occhi e scarico un intero caricatore addosso a lui. Questa banca ormai è diventato un bagno di sangue. Getto il kalshnikov a terra e vedo la mamma dei piccoli correre verso di loro, ma ormai aveva perso suo figlio. Sono riuscito a salvarne soltanto uno.
La mia testa è in totale confusione. Neanche nei peggiori film horror ho visto uccidere un bambino con tanta crudeltà. Allo stesso tempo penso al fatto di aver ucciso anch'io una persona, crudele, spietata e orrida, ma ho comunque commesso un omicidio. E' una situazione surreale e vorrei che tutto questo fosse solo un incubo. Purtroppo non lo è.
...:Marcus, caro Marcus..
Riconosco la voce. E' Jason. E' dietro di me. Mi volto e mi ritrovo una pistola grossa come il suo faccione puntata verso di me. Adesso ero anch'io un ostaggio, come tutte quelle povere persone.
Jason: Ti sei sempre dimostrato un uomo poco coraggioso, senza palle. Ci conosciamo da tanto e sai che ti ho sempre appoggiato su tutto. Vedi il Nerd? All'apparenza pare una persona qualunque, anzi, quasi insignificante. Non dice una parola e sta sempre attaccato al quel fottuto computer. Ma non perchè ha paura di me. Perchè lui è leale e non ha paura di nulla, a differenza tua. Non ha paura a rischiare la propria vita. Sa che se non si rischia non si va da nessuna parte.
Le parole di Jason sono un fulmine a ciel sereno. Di certo non si può dargli torto, di coraggio non ne ho mai avuto e mai lo avrò probabilmente. Ma questa non è questione di avere coraggio, qui si parla di persone innocenti che si ritrovano ostaggi con un fucile puntato addosso.
Jason:Tutto questo è solo per colpa tua. Non ci sarebbe stato nessun morto se avessi seguito correttamente il piano. Ma per colpa della tua bontà adesso ti ritrovi una Calibro 50 puntata dritto sul tua testa. Non pensavo di arrivare fino a questo punto, ma mi vedo costretto...
Il sangue comincia a diventare sempre più freddo, ormai sono spacciato.
Io:Va bene uccidi me, ma lascia andare tutte queste persone. Sono innocenti.
Jason:Vedi come sei? Sacrificheresti la tua vita per persone che neanche conosci. Mi spiace Marcus, ma non è così che si sta al mondo.
Jason carica la pistola, chiudo gli occhi e...uno, due e tre colpi.
...
Sono ancora qui. Cosa è successo? Riapro gli occhi e vedo Jason in un lago di sangue. Dietro di me c'è un ragazzo con il Magnum del Gordo che trema e piange. Ho davvero causato tutto questo? Ho macchiato un ragazzo di sangue, ho visto morire un bambino e ho ucciso una persona con le mie stesse mani. Intorno a me ci sono persone in ginocchio, devastate dal pianto e dalla disperazione. Io sono rimasto immobile sulla stessa mattonella. Non so se riuscirò a sopportare tutto questo. Forse non so davvero come si sta al mondo.
Prendo il Magnum. E' rimasto un solo colpo. Guardo il bambino che ancora abbraccia il suo fratello pieno di sangue. Guardo tutte quelle persone che non hanno più la forza di piangere e guardo soprattutto quel ragazzo che ha sparato Jason. Ma non ho la forza di dire nulla.
Tutto per colpa mia.
Tutto per un Asso.
Tutto per un Re di picche.
Spettacolare! Bravo, veramente! Mentre leggevo sembrava di star vivendo la scena! Tanti complimenti! Spero di leggerti presto di nuovo!
Grazie!
Grazie mille @superfazio.
Mi è piaciuta la tua conclusione proprio con il riferimento alle due carte da gioco, origine di tutta la storia.
Grazie a te!
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