L'arte del Bonsai - Biologia pratica della pianta

in #ita7 years ago (edited)

Prima di addentrarci nel bonsaismo è assolutamente necessario conoscere innanzitutto un po’ della biologia della pianta che stiamo andando a coltivare in modo da evitare inutili errori e sofferenze al nostro piccolo vegetale. Come ho già fatto notare nel post precedente molte specie utilizzate comunemente per i bonsai sono già catalogate e classificate in semplici “schede di manutenzione” facilmente reperibili in rete. Oggi invece cercheremo di portare alla luce gli aspetti peculiari pratici alla base della biologia di un vegetale, utili nella coltivazione di un bonsai, per capire come vengano utilizzati nella pratica quotidiana: pertanto potete rubare il libro di scienze di vostro figlio/a e fare un po’ di prove oppure leggere questo post e ripassare un po’…

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Immagine da Pixbay.com - https://pixabay.com/photo-316573/

Essenzialmente una pianta è composta da: radici, tronco, rami, corteccia, foglie. Ognuno di questi componenti è parte fondamentale della biologia del nostro bonsai e ne influenza la crescita.

- Radici: è la parte nevralgica e più delicata della pianta. In un bonsai le radici sono compresse in una piccola ciotola di terra da cui assorbono acqua e sostanze nutritive, essendoci presente poco terreno e quindi poche sostanze nutritive rispetto a quelle che la pianta si troverebbe in natura, in un bonsai la concimazione è un aspetto fondamentale per dare un apporto costante di sostanze nutritive. Nonostante la concimazione e le nostre cure il volume delle radici è in continua espansione all’interno del vaso, in un terreno in continuo impoverimento: è per questo che nel giro di qualche anno si vede sempre necessario provvedere al rinvaso con una potatura delle radici perimetrali e sostituzione del terriccio.
Le radici hanno solitamente un volume pari circa a quello della chioma della pianta e sono suddivise in due tipologie: quelle principali grosse e legnose oppure quelle sottili e molto ramificate. L’apporto di sostanze nutritive utili alla pianta per sopravvivere avviene per capillarità, attraverso le piccole radici che assorbono l’umidità presente nel terreno carica di sali minerali necessari alla fotosintesi clorofilliana. Queste sostanze vengono raccolte nelle radici principali direttamente collegate al tronco. Importante per il benessere delle radici è il controllo dell’umidità che non deve mai creare ristagni d’acqua che le farebbero marcire; per questo motivo i vasi bonsai sono sempre dotati di importanti fori di drenaggio. Le radici principali alla base del tronco sono anche molto importanti a livello estetico in un bonsai e devono generalmente essere disposte uniformemente a raggiera dal tronco al terreno formando quello che si chiama “piede” della pianta a stretto contatto con il “pane radicale” ossia le radici principali e secondarie sottostanti che formano il cuore dell’apparato radicale direttamente sotto al tronco. Mentre i rami durante il corso della coltivazione possono essere abbastanza facilmente modificati il piede della pianta è un apparato molto difficile da modificare tanto da dare vita ad alcuni stili specifici con radici esposte in cui queste diventano soggetto principale del bonsai.

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- Tronco: il tronco rappresenta la parte centrale più vistosa di una pianta ed ha una funzione di sostegno quanto di collegamento delle radici ai rami in cui vengono distribuite le sostanze nutritive assorbite. Nei bonsai spesso le piante vengono fatte crescere artificialmente a formare angoli o curve particolari che rendano il loro aspetto più gradevole e di impatto. Questo viene comunemente ottenuto attraverso legature e potature costanti costringendo la pianta a crescere in una certa direzione in modo più o meno vigoroso. Se analizziamo in sezione un tronco, come ci hanno insegnato tanti anni fa a scuola, questo è formato da: corteccia (parte dura di protezione della pianta) che termina internamente con il fellogeno (parte di cellule vive a contatto con la corteccia che si occupa di cicatrizzare le ferite, che spesso infliggiamo con le potature); il libro (strato di fibre flessibili che trasportano in modo discendente le sostanze nutritive elaborate chiamata linfa), cambio (parte che produce il legno artefice dell’accrescimento stagionale della pianta); midollo (parte centrale del fusto, la vera vena del tronco formata da cellule spugnose che spesso con l’invecchiamento della piana tendono a sparire lasciando un canale vuoto).

- Rami: sono le “biforcazioni” del tronco principale da cui nascono le nuove gemme e le foglie. La loro struttura è uguale a quella del tronco e nel bonsaismo solo la parte più soggetta al lavoro da parte del bonsaista che deve effettuare potature costanti per mantenere la chioma compatta e soprattutto cercare di ottenere una ramificazione orizzontale equilibrata e precisa a sostenere tutte la parte di vegetazione della pianta.

- Foglie: rappresenta la vegetazione della piata in cui avviene la fotosintesi clorofilliana che trasforma li linfa ascendente in quella discendente che nutre la pianta. La fotosintesi utilizza luce ed anidride carbonica per produrre nutrimento per la pianta, ed essendo di colore verde dona anche colore al nostro bonsai, come si può immaginare un bel colore verde brillante è sintomo di ottima salute. Nei bonsai le foglie devono essere piccole e del numero corretto, in modo da formare una vegetazione compatta, della giusta dimensione e che può essere alternata a buchi che mettano in evidenza parti peculiari della pianta come ad esempio il tronco.

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Molto importante ai fini del mantenimento corretto della pianta ed aiutarla nei periodi più difficili o traumatici causati da potature o rinvasi è la vaporizzazione delle foglie: la parte sottostante alle foglie è responsabile del “respiro” della pianta (immissione di anidride carbonica ed emissione d’ossigeno), vaporizzandole con dell’acqua nebulizzata aiutiamo la pianta ad allargare i pori e quindi rendere più efficiente il processo di fotosintesi.
Tutta l’energia che mantiene viva la pianta deriva dalla fotosintesi clorofilliana delle foglie, che per questo motivo ha bisogno di luce (più o meno intensa a seconda delle specie) ed acqua che apporti le sostanze nutritive da elaborare assorbendole dalle radici. Per questo motivo è buona pratica annaffiare le nostre piante sempre la mattina al sorgere del sole, in modo che siano disponibili contemporaneamente ed in modo crescente luce ed acqua.
Anche la vaporizzazione delle foglie è sempre bene effettuarla più volte al giorno, specialmente mattina e sera evitando comunque sempre le ore estive calde ed assolate in cui spruzzare acqua sulle foglie potrebbe addirittura danneggiarle causando bruciature.
Allo stesso modo l’annaffiatura mattutina nel periodo invernale deve essere effettuata con cautela e parsimonia ad evitare possibili congelamenti del terreno e dell’apparato radicale che ucciderebbero in breve tempo la pianta. Per questi motivi una serra fredda o tessuti che avvolgano vaso e terriccio che evitino temperature sotto lo zero per lunghi periodi di tempo sono sempre consigliabili.

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Immagine da Pixbay.com - https://pixabay.com/photo-3064187/



Fonti: bioforme.org, wikipedia.org, okpedia.it, esperienze personali di coltivazione.

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L'arte del Bonsai mi ha da sempre affascinato, seguirò sicuramente i tuoi futuri post

Conoscere i principi fondamentali della vita di una pianta è la base per addentrarsi nel mondo del bonsai!!!

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