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In quest’ultimo capitolo sugli stili bonsai analizziamo i bonsai su roccia. Stilisticamente ed esteticamente diventa qui importantissimo il rapporto estetico tra roccia e pianta: in cui la roccia può essere protagonista o antagonista rispetto alla pianta. Inoltre la pianta ed il suo apparato radicale potranno essere disposti nella roccia o sulla roccia, analizziamo quindi rispettivamente queste diverse possibilità e come influiscano sull’estetica e sulla coltivazione della pianta.
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Bonsai su roccia
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Questo stile simula una pianta collocata su un terreno roccioso che va alla ricerca costante di terreno fertile ed umidità per sopravvivere in un habitat inospitale.
Come possiamo già intuire anche dall’immagine qui riportata l’apparato radicale si sviluppa a raggiera attorno alla roccia dominandola dal suo apice fino a raggiungere il terreno perimetralmente alla roccia o attraverso i suoi anfratti tramite radici secondarie di minori dimensioni. Una volta che le radici principali hanno raggiunto il terreno del vaso avvolgendo la roccia, la pianta non necessiterà di cure particolari che saranno sostanzialmente equivalenti a quelle per altre essenze bonsai.
In questo stile, il problema pratico principale che si deve affrontare è infatti iniziale con la prima impostazione della pianta in cui necessitiamo di far sviluppare le radici per poter posizionare la pianta sulla roccia facendole comunque raggiungere il terreno per sopravvivere.
Ci viene qui in aiuto lo stile a radici esposte (Neagari) che abbiamo già affrontato nei precedenti post. Come vediamo nell’immagine seguente il trucco è semplice: è sufficiente alzare la pianta dal livello del terreno (fornendole il minimo necessario supporto fisico eterno per sorreggersi); una volta lasciato la pianta in questo stato le radici provvederanno a rinforzarsi formando la corteccia (essendo esposte alla luce). Per fare questo sarà sufficiente inserire la pianta in un vaso di plastica e quindi procedere a tagliare il vaso a partire dal bordo superiore eliminando parte del terreno per scoprire la prima parte di radici, attendere circa 4 mesi e quindi ripetere l’operazione fino ad ottenere la lunghezza delle radici necessaria ad avvolgere la roccia.
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Una volta ottenuta una buona predisposizione della pianta sarà sufficiente posizionarla sulla roccia a realizzare il nostro bonsai definitivo che fisseremo inizialmente con il filo. Ricordo che le radici sono la parte più delicata della pianta e dobbiamo prestare la massima attenzione a mantenere la corretta umidità e temperatura, soprattutto nei casi con radici esposte e scarsità di terreno sulle rocce: tamponamenti con muschio umido possono essere utilizzati per alcuni mesi per dare una mano alla pianta a proteggere e sviluppare correttamente l’apparato radicale.
Bonsai nella roccia
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A differenza del bonsai su roccia in questo caso, la roccia diventa essa stessa contenitore del nostro bonsai, rendendo in alcuni casi persino superfluo un vaso. Per la sua realizzazione è innanzitutto necessario procurarsi o creare una roccia concava con una cavità abbastanza grande da contenere l’apparato radicale della nostra pianta. Una volta realizzata la cavità tramite un trapano o uno scalpello ed averlo pulito per bene ad evitare proliferazione di batteri o funghi già presenti sulla roccia che andrebbero a far ammalare la nostra pianta, possiamo riempire la cavita con una miscela di torba e terriccio in cui inseriremo la nostra pianta. La miscela dovrà garantire di trattenere molta acqua (torba) a fornire alla pianta tutto il nutrimento di cui avrà bisogno: non andando più ad eseguire trapianti o potature dell’apparato radicale sarà meglio sin da subito non lesinare sulla qualità del terriccio e sulle effettive dimensioni della cavità nella roccia che dovrà tener conto anche dell’effettiva dimensione finale che vogliamo far raggiungere al nostro bonsai. Con il passare degli anni la pianta e la roccia diventeranno così un tutt’uno. La pianta avrà però sempre bisogno di costanti cure di annaffiatura e concimazione che non dovranno essere sottovalutate.
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Fonti: www.bonsaiempire.it, Bonsai stili legature e potature, appunti personali
Come sempre il mondo del bonsai è molto affascinante e poterlo leggere cosí sulle pagine di Steemit è sempre un piacere.
Lo stile Ishizuki è sicuramente uno dei piú complessi, soprattutto se si pensa alla quantità di acqua di cui necessiti durante il periodo estivo. Io a casa ne ho uno e preferisco tenerlo su un suiban pieno d'acqua, cosí che possa mantenersi inumidito l'ambiente intorno alla composizione e non comporti una disidratazione eccessiva della pianta.
In attesa di un prossimo episodio bonsaistico.
Bravo @tamon!!
Giusto hai ragione! Non avendone nessuno di questo stile non mi è venuto in mente il tuo consiglio! Grazie per il commento :)
È un qualcosa che puoi fare con tutti. Ti consiglio anche un po' di argilla espansa, cosí che il vaso non affondi nell'acqua.
Complimenti.
Un bellissimo post informativo, molto curato e ricco di nozioni utili per la cura e la manutenzione di queste particolarissime piantine, complimenti per la passione che trasmetti con i tuoi componimenti
Grazie mille!
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