MONOPOLIO & DISCRIMINAZIONE DEI PREZZI DI Tipo I

in #ita7 years ago

MONOPOLIO & DISCRIMINAZIONE DEI PREZZI DI Tipo I


Quali sono le strategie del monopolista per aumentare i suoi guadagni e allo stesso tempo l'efficenza delle sue azioni?

Come abbiamo visto nel precedente post, la struttura del MONOPOLIO, contrariamente alla CONCORRENZA PERFETTA non è una struttura Pareto-Efficiente.
Questo perché una volta fissato il prezzo che massimizza i ricavi del monopolista, una riduzione di prezzo con conseguente vendita delle unità andrebbe a migliorare la condizione sia dei consumatori sia dell'impresa stessa.

Proprio per questo motivo esistono delle strategie che permettono al monopolista di incrementare i propri profitti ai danni dei consumatori.

Si tratta delle tecniche di DISCRIMINAZIONE DI PREZZO.
Esistono tre tipologie di discriminazione che possono essere identificate con il nome di Discriminazione di primo grado, di secondo grado e di terzo grado.
Oggi andremo ad analizzare e studiare il primo tipo.



Fonte Pixabay


DISCRIMINAZIONE DI PRIMO GRADO

Questa tecnica è anche nota con il nome di "Discriminazione Perfetta" perché permette al monopolista di ottenere il massimo dei profitti data una domanda di mercato.
Ovviamente proprio per le sue caratteristiche si tratta di una situazione difficilmente replicabile e riscontrabile nella realtà.

Ma come funziona?
Ipotizziamo che l'impresa è in grado di conoscere esattamente la disponibilità a pagare di ogni soggetto all'interno del mercato di riferimento, ovvero conosce la domanda di mercato con precisione.
A questo punto è in grado di modificare il prezzo del bene o servizio offerto in relazione al cliente che si trova dinanzi fissandolo il più alto possibile di volta in volta.

È bene fare una precisazione, la disponibilità a pagare un bene non è equivalente alla ricchezza del soggetto, ma, seppur in stretta relazione con essa, si fa riferimento esclusivamente alla valutazione privata che ogni utente fa del suddetto prodotto.
Il monopolista sarà portato ad applicare questa strategia fino al punto in cui la valutazione di un utente risulti inferiore al costo marginale di produzione.

Facciamo un caso come esempio per chiarire meglio.
Ipotizziamo di avere 5 soggetti che desiderano acquistare uno smartphone, il primo lo valuta 500, il secondo 450, il terzo 430, il quarto 200 ed il quinto 120. Sappiamo che per produrre uno smartphone l'azienda deve sostenere un costo di 150.

CASO SENZA DISCRIMINAZIONE
Il monopolista qualora non dovesse applicare la strategia di discriminazione fisserà un prezzo UNICO che andrà a massimizzare i suoi ricavi.
In questo caso sarà 430, ottenendo un profitto pari a (430-150) x 3 = 840. Abbiamo moltiplicato per 3 perché solamente 3 utenti su 5 hanno una valutazione del bene superiore o uguale al prezzo e pertanto decidono di acquistare.

CASO CON DISCRIMINAZIONE
In quest'altro caso l'impresa premesso che conosca esattamente le varie disponibilità a pagare degli utenti fisserà il prezzo di 500 per l'utente 1, di 450 per l'utente 2, 430 per l' utente 3, 200 per l'utente 4 e non venderà all'utente 5 ( la valutazione è inferiore ai costi di produzione) ottenendo in questo modo un profitto di 980 e dunque maggiore rispetto al caso precedente.

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Approfondimento interessante! Ma questa cosa non succede anche senza il monopolio? Ad esempio nelle compravendite di auto/case, dove il venditore, a partire da un prezzo di 'fabbrica', alza il costo a sua discrezione?

No, perché in quel caso esistono beni sostituti

molto interessante e ben spiegato.