il suono dell'opera 7

in #ita6 years ago


CCo Creative Commons

Oggi ho suonato la toccata opera 7, a mio avviso travolgente per il virtuosismo che la caratterizza. Io che sono sempre stato amante di Paganini, ma che non ho purtroppo mai suonato il violino, accosto questa sonata proprio alle esecuzioni del genovese. Anche qui si assiste a esecuzioni di infinite quarte e seste che con legati di sedicesime, danno poi vita, mentre la si esegue, a momenti più distesi, quasi cantabili ma di una potenza da tenere presente anche per le mani che si accingono a schiacciare i tasti. E di qui il pensiero al verde, all'agreste , alla vita bucolica: o come è stato detto, un riferimento al Reno il cui fluire bagna valli e pianure della Germania approfondimento sul fiume Reno su wikipedia. Modernità pianistica di fare musica o anarchia nell'esecuzione e composizione? le, a mio avviso,bellissime esecuzioni libere, che quando sono cosi', danno davvero vita a un vortice sonoro dei più belli, si sposano con quella modernità poco fa citata, che tende a un iniziale cambiamento musicale. Il modo di fare pianoforte qui, e ve lo dico perché so cosa significa, dà un imprinting pianistico che forse supererebbe il comporre di Bela Bartok. Di certo è il fatto che vi dico per eseguire questa toccata c'è un dominio muscolare spaventoso dipanandosi si' verso momenti più distesi, ma preparandosi di li a breve in movimenti ancora più difficili e importanti. Insomma una metafisica musicale che sta pervadendo anche me.