Data: Primavera del 333 a.C.
Luogo: Gordio, capitale della Frigia, Anatolia (attuale Turchia)
Antefatto: Alessandro, dopo aver sottomesso le poleis greche si è diretto verso oriente per combattere l'Impero Persiano, nell'anno precedente ha vinto la battaglia del Granico e posto l'assedio ad Alicarnasso, si dirige quindi nell'entroterra anatolico.
Il fatto: Giunto nella città di Gordio, capitale della Frigia, viene presentato ad Alessandro il carro del re Gordio, fondatore del regno, simbolo del potere in quella zona dell'Anatolia, che è stato legato ad un palo con un nodo inestricabile fatto con una forte corteccia di corniolo; il carro, così annodato, era stato oggetto di una profezia, secondo la quale, colui che sarebbe stato in grado di sciogliere il nodo sarebbe diventato il padrone dell'Asia. Dopo alcuni tentativi di liberare il carro sciogliendo il nodo in maniera tradizionale Alessandro, sfoderata la spada, taglia in un sol colpo i vincoli che lo bloccano e risolve di imperio la situazione dimostrando di essere all'altezza della profezia.
Conseguenze: Penetrato nel cuore dell'Impero Persiano sconfigge l'esercito di Dario nella battaglia di Isso e pone le basi per la successiva conquista dell'Asia.
Ho scelto questo episodio perché mi ha suggestionato da sempre e, specialmente dopo aver letto il libro “Il nodo di Gordio” di Junger e Schmitt edito da Il Mulino, ho avuto modo di riflettere sulla differenza di interpretazione dei concetti di potere ed autorità tra oriente ed occidente e di come, in un processo dialettico, si possano superare le differenze in una sintesi originale quale fu al tempo l'Ellenismo.
Opinione: L'episodio resta dubbio in quanto alla sua veridicità, è riportato da alcuni storici classici come Arriano, Curzio Rufo e Plutarco, sebbene con alcune varianti della vicenda tra gli autori; tuttavia non è tanto il fatto in sé dello scioglimento del nodo ad essere significativo o centrale a livello storico, quanto la dimensione simbolica che rappresenta verso la creazione di un mondo nuovo rispetto a quello che era stato fino a quel momento. Mi spiego meglio: Alessandro, nel tagliare di netto il nodo compie un atto magico, nel senso antropologico del termine; si sta approcciando alla conquista di una parte di mondo e ad una civiltà completamente diversa da quella greca da cui proviene, dapprima ragiona sul problema alla maniera “occidentale”, e fallisce, poi, ricorrendo alla forza, usa un linguaggio più “orientale”, nella concezione del potere, ed ha successo, gli sono aperte le vie per la conquista del diverso che ha di fronte. L'atto magico consiste nell'essere in grado di rivelare il suo ruolo (epifania), già chiaro nell'occidente greco, anche nell'oriente persiano, attraverso un linguaggio simbolico immediatamente comprensibile ai popoli di quei territori. Se l'atto di per sé poi è violento, quello che nasce da quel momento, in seguito alle conquiste successive, è uno dei fenomeni più importanti e originali della storia dell'umanità, l'Ellenismo, una cultura nuova in cui c'è una fusione tra le culture preesistenti e diverse tra loro e uno sviluppo verso orizzonti completamente nuovi in tutti i campi, i cui frutti, mi azzardo a suggerire, arrivano fino a noi, vi siamo ancora immersi (mi viene da pensare a Ghandi, la sua formazione culturale e la capacità di trasferire in India idee rivoluzionarie Europee in maniera originale). Al tempo naturalmente fece scandalo la visione inclusiva e tollerante di Alessandro verso la diversità; la mentalità del tempo era quella della conquista egemonica, anche in senso culturale, ma lui, che non a caso aveva avuto Aristotele come precettore, seppe avere uno sguardo aperto alla comprensione ed accogliente verso il nuovo, cercando di creare un impero di tipo nuovo, in cui vinti e vincitori fossero sullo stesso piano; questo non riuscì a livello politico, il suo impero fu diviso immediatamente dopo la sua morte, ma a livello culturale sì, si crearono le basi per un intenso e reciproco scambio di influssi da ogni parte dei territori conquistati come mai prima era stato. Per questo lo ritengo un momento fondamentale nella storia dell'umanità.