Newton, la mela e il baule.

in #newton7 years ago (edited)

Tutti quanti conosciamo la mela di Newton anche se non è vero che gli cadde in testa.
Un albero di mele comunque nel giardino della sua casa nel Lincolnshire c’era e c'è davvero ed è molto probabile che ogni tanto qualche mela cadeva.

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Albero di mele di fronte alla casa di Newton nel Lincolnshire

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Non tutti invece sanno dell’esistenza di un baule: il Baule di Newton.

Newton muore nel 1727 e al suo funerale c’erano tutti.
Oltre i familiari e alle massime personalità scientifiche del tempo c’era il Lord Cancelliere, duchi e conti che portavano a spalla il feretro, gli alti ranghi della aristocrazia inglese e poi una molitudine di gente comune. Ebbe dei funerali di stato si direbbe oggi e venne sepolto nella navata centrale della Cattedrale di Westminster.

Voltaire (al funerale c'era pure lui) dirà:

“è stato sepolto come un re che avesse fatto del bene ai suoi sudditi”

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Tomba di Newton a Westmister

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Dunque Sir Isaac Newton muore lasciando in eredità all’umanità presente e futura nuove leggi sulla gravitazione universale, sull’ottica, sul calcolo infinitesimale nonché una nuova unità di misura che si chiama proprio come lui; tutte cose che segneranno l’inizio della scienza così com'è concepita oggi. Gli scienziati al tempo di Newton non esistevano (o meglio non esisteva la parola), quelli come lui erano chiamati filosofi naturalisti.

Già, ma lascia anche qualcos’altro, lascia un'eredità molto più materiale: lascia un baule pieno zeppo di carte, di appunti, di ragionamenti.
Gli eredi, anzi l’erede (una nipote), lo apre e vedendo una montagna di manoscritti incomprensibili pensò di fare cosa gradita proponendolo alla Royal Society di Londra, la più prestigiosa associazione scientifica della nazione di cui lo zio era stato oltretutto presidente.

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Baule che conteneva i manoscritti di Newton

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La Royal Society si fa quindi recapitare il baule, la commissione lo apre, guarda i manoscritti, strabuzza gli occhi, lo richiude con forza e rifiuta l'offerta dicendo oltretutto alla donna di nascondere e di non far vedere a nessuno quei fogli.
La stessa provò poi con l’Università di Cambridge, con la Columbia University, con quella di Harvard, di Yale, e ancora con quella di Princeton, con il Britsh Museum. Niente, tutti la stessa reazione, chiudevano e rimandavano al mittente.
Anche i biografi ufficiali che si occuparono della vita di Newton si rifiutarono di parlare del baule.

Che c'era nel baule?
C’era una quantità incredibile di carte piene di appunti e studi sull’alchimia, sull’occultismo, sulla cabala, sull’esoterismo, più tutta una serie di manoscritti trattanti temi biblici.
Un vero e proprio shock per chi aveva definito Newton "colui che superò il genio umano", shock che si tradusse presto in un grande imbarazzo.
Isaac Newton, l’emblema della lotta all’irrazionalià, l’integralista dell’approccio empirico, dell'incontrovertibilità della realtà dei fatti, prima fiamma del nascente Illuminismo, si mostrava attraverso quelle carte come una specie di stregone.

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Manoscritto di Newton riportante la rappresntazione della Pietra Filosofale astrologica

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E adesso che si fa?
Non se ne deve parlare, nessuno lo deve sapere!
Anzi, da quel momento in poi venne costruita su di lui l'immagine dello scienziato positivo. Newton lo stravagante scienziato a cui cade una mela in testa e rivoluziona la fisica.

E così fu, il baule rimase chiuso e nascosto per più di 200 anni passando da un erede all'altro fino al 1936 quando l'economista Lord Keynes lo acquistò ad un'asta.
Lo stesso Keynes poi alla luce di ciò che trovò in quelle carte, scrisse un saggio che fece il giro del mondo dal titolo "Newton l'ultimo dei maghi".
Il vaso era stato scoperchiato.

Chi è stato dunque Newton il primo degli scienziati o l'ultimo dei maghi?

Newton aveva una personalità molto complessa, socipatico, arrivista, rancoroso (leggendarie sono le liti con Huygens per la paternità del calcolo infinitesimale), ebbe due forti esaurimenti nervosi, sembrebbe che sia morto vergine e che abbia riso solo una volta in tutta la sua vita, da bambino.
Ma soprattutto Newton era profondamente religioso anche se non riconosceva l'esistenza della Divina Trinità (cosa che tenne nascosta per tutta la vita per evitare spiacevoli conseguenze con la chiesa anglicana), Newton era fermamente convinto della presenza di un Creatore, di un'intelligenza infinita come la definiva lui.

"bisogna essere ben ciechi per non restare estasiati a questo spettacolo, sciocchi per non riconoscerne l’Autore, pazzi per non adorarlo".

E' proprio questa intelligenza infinita che egli ha ricercato in maniera ossessiva per tutta la vita utilizzndo ogni strumento a sua disposizione, e poco gli importava se questi strumenti si chiamavano fisica, Bibbia o esoterismo.

Spese milioni di parole sull'alchimia e sulle Sacre Scritture (qualcuno le ha contate davvero) e sembrerebbe che abbia passato molto più tempo sulle carte del baule che su quelle che lo hanno reso il celebre scienziato che tutti conosciamo.

Applicò lo stesso rigoroso metodo scientifico che gli ha permesso di svelare la forza di gravità per capire l'Apocalisse, il più complesso dei volumi del Nuovo Testamento. Dalla meticolosa analisi del Libro di Daniele arrivò addirittura a indicare l'inizio (tema che ho affrontato qui) e la fine del mondo prevedendola nel prossimo 2060.

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Manoscritto di Newton con riportata la data della fine del mondo,
esposto per la prima volta nel 2007

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Per Newton lo spazio e il tempo in cui fa muovere i pianeti spiegandone analiticamente il meccanismo sono sensorium dei, i sensori di dio; dedicò una quantità incredibile di tempo a ricostruire l'architettura del Tempio di Salomone che ridisegnò in ogni dettaglio con la convinzione che in tale struttura vi fossero le occulte risposte che cercava.

Può apparire quindi comprensibile che i suoi contemporanei si scandalizzarono e che a noi questa storia possa incuriosire o far sorridere, ma al protagonista di questa incredibile vicenda interessava il contatto con il divino più di quanto interessasse la fisica e la matematica ed è molto probabile che senza questa incondizionata e ferrea fede verso il suo Creatore (chi scrive è un agnostico convinto) non sarebbe stato Sir Isaac Newton: il fondatore della scienza moderna.

Ritratto di Newton

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La gran parte dei manoscritti del Baule di Newton sono oggi conservati nella Biblioteca nazionale di Gerusalemme, ad oggi solo una parte di questi è stata resa pubblica.


Fonti e riferimenti:

Fabrizio Fornari (2014) - "Il baule di Newton" - Morlacchi Editore
Jean-Pierre Luminet (2011) - "La parruccca di Newton" - Ed. La Lepre
Roberto Renzetti - Fisicamente - https://goo.gl/VBGRZ8
David Shiga - New Scientist- https://goo.gl/EGEPXn
Sam Kean - Newton, The Last Magician - https://goo.gl/564ZuL


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Straordinario 👍
Vado a leggere anche il precedente

Molto interessante! Pensare che ho vissuto nel Lincolnshire per un pò e questa storia non l'avevo sentita...solo la solita mela :)

Molto interessante, avevo già visto qualche breve video in proposito. A quanto pare l'impostazione dei fondatori della scienza moderna è piuttosto diversa dalla mentalità dominante nell'odierna comunità scientifica.

Chi si occupa di scienza è spesso animato da grande curiosità. La storia che ho raccontato parla di un personaggio totalmente fuori dagli schemi, di quei cervelli che nascono uno ogni 300 anni. Se fosse nato musicista sarebbe stato Mozart, se fosse stato calciatore sarebbe stato Maradona ecc ecc

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