Il tormentone dell'estate calcistica è appena finito.
Chi sarebbe stato il nuovo allenatore della Juve è stata la domanda che tutti si sono posti nell'ultimo mese, a partire dall'elegante e pacata conferenza stampa di addio di Massimiliano Allegri.
Dalla suggestione Pochettino alla Bolla mediatica Guardiola si è ben presto virati su un nome ed uno soltanto: Maurizio Sarri.
Come Sarri sia piombato in testa alla lista della società resta un mistero. Sarri, nonostante la vittoria in Europa League. è sempre stato etichettato come un non vincente, non dal sottoscritto che ha un'altra idea di sport ma dai giornaloni che hanno sempre criticato Sarri e che ora da qualche settimana hanno iniziato a cambiare la narrazione.
A Napoli è successo il finimondo.
Si è parlato di tradimento.
E' stata rimossa a Bagnoli la targa in onore di Sarri.
I tifosi hanno issato uno striscione contro Sarri "Un vero comandante non vende la propria dignità" in piazza.
Tutti contro Sarri.
Giustamente. Non è una semplice trattativa da professionista.
Sarri poteva andare ovunque o restare al Chelsea.
Ha scelto l'unica squadra che sapeva avrebbe scatenato queste giuste reazioni da parte di un popolo romantico, passionario, verace e ricco di amore come quello napoletano.
Quello che ha fatto Sarri è imperdonabile.
Il tradimento verso il popolo napoletano è gigantesco ma non cosi grande quanto il tradimento perpretrato da Sarri verso se stesso.
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Un uomo che 7 anni fa fu esonerato dal Sorrento e che oggi allenerà CR7 dovrebbe ricordarsi come è diventato Sarri, come è nato il sarrismo, cosa è il sarrismo.
Nei suoi 3 anni napoletani si è scagliato violentemente contro la Juventus.
Ha parlato di potere, palazzo.
Ha sempre professato amore per Napoli, per le idee e per il bel gioco e che mai avrebbe anteposto l'interesse economico alla realizzazione del suo calcio, alla realizzazione del suo stile.
Oggi Sarri vola in una società che per prima cosa gli ha vietato di portare con se i propri collaboratori, che gli chiederà probabilmente di scendere in campo con la sua amata tuta, che proverà a suon di acquisti imposti dall'alto a vincere grazie al suo gioco.
Oggi Sarri è il potere. E' il potente di turno.
Altro che proletariato al potere!
Altro che Che "Gue Sarri"!
Sarri ha tradito ogni suo principio, ha contraddetto ogni parola proferita negli scorsi anni.
Ecco perché parlare di tradimento si può.
Anzi si deve.
E tutti oggi siamo più poveri.
Di idee, di ideali, di uomini da seguire con amore e passione viscerale.
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Onestamente, e non sono della Juve, credo che nessun professionista, ad oggi, possa rifiutare la Juve se tiene alla sua carriera, a meno che non sia Guardiola!
Quello che bisognerebbe non fare è sproloquiare prima, atteggiarsi a salvatori della patria, quando di fatto non lo si è... I professionisti vanno dove sono più pagati, o più coinvolti dal progetto. Cosa c’è di più coinvolgente di un progetto che vuole vincere la Champions?
Sarri ha sbagliato nel porsi come antijuventino fino alla morte, perché (e mi ricorda tanto il buon Capello che fece la stessa identica cosa quando era con noi a Roma) adesso ha perso credibilità verso tutti. Dovevo invece porsi come antijuventino convinto fino a che allenava altre squadre, e probabilmente avrebbe mantenuto il rispetto che si era guadagnato! Non penso che l’unica cosa per cui veniva celebrato a Napoli fosse l’essere a capo della resistenza antijuve, indubbiamente Sarri era ed è un grande amante della tattica e del bel gioco, ed a prescindere da che squadra allena ora, quel Napoli rimarrá comunque speciale, come la mia Roma del 2001 che vinse lo scudetto con Capello.
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