Bentornati amici di Steemit! Qui è il vostro amichevole Mr. Lica di quartiere che vi parla!
Oggi vi vorrei parlare di una delle esperienze più belle, ma allo stesso stesso tempo più strane che abbia mai vissuto, il mio primo e, fino ad oggi, unico tatuaggio.
Sono sempre stato affascinato dal mondo dei tatuaggi sin da adolescente, infatti ricordo che quando mi capitava di fare zapping e vedere con qualcuno che avesse un disegno addosso, lo guardavo sempre con quell’aria di “un giorno anche io”, poiché l’avere qualcosa sulla mia pelle che facesse trasparire le mie passioni ed il mio animo, l'ho sempre trovato qualcosa di affascinante. Negli anni sono cresciuto e l’idea di potermi tatuare mi è sempre rimasta in testa, ma qualcosa, intorno ai miei 17 anni, mi fece iniziare a cambiare idea, infatti un mio amico dell’epoca venne da me dicendomi che si era appena tatuato sul costato, ed il dolore fu talmente atroce che svenne.
Magari un amico che sopporta poco il dolore, direte voi, e quindi mi tocca smentirvi, poiché vidi questo stesso amico spezzarsi una gamba a calcetto (letteralmente e palesemente rotta anche dal punto di vista di un osservatore esterno), e non emettere un singolo verso.
A tutto questo va aggiunta una certa reticenza verso gli aghi in seguito a numerose punture che ho dovuto effettuare per una infezione batterica post-operatoria.
Decisi che non era il caso per il momento di tatuarmi, magari un giorno, più in là…
Sono passati anni da quella decisione di rimandare il tutto, nel frattempo sono emigrato via dalla mia bella Sicilia, mi sono trasferito a Bologna, sono diventato un ingegnere, ma ancora, nessuna traccia di inchiostro sulla mia pelle, ma qualcosa, alla soglia dei 30 anni mi ha fatto cambiare idea, infatti la fine traumatica di una relazione (che col senno di poi posso dire che fosse inevitabile che andasse così), ha fatto riflettere me stesso su molte, moltissime cose: il mio lavoro, la mia vita e su quello che volevo fare da giovane e non ho mai realizzato, e visto che ormai era tardi per diventare un musicista famoso a livello mondiale, l’idea che mi balenò in testa fu chiara “Deciso, mi tatuo!”
La prima domanda che mi posi era relativa al punto in cui volevo tatuarmi, infatti dovevo scegliere un punto non completamente nascosto, che mi permettesse di poter fare i vari trattamenti senza grosse difficoltà e, soprattutto, che fosse un punto che non visibile in abiti “da lavoro”.
Il primo pensiero fu l’avambraccio sinistro, ma dopo aver riflettuto per un po’ arrivai alla conclusione che non era la posizione adatta a me, infatti non solo in estate diventava un punto visibile causa maniche corte (il mio titolare odia queste “modernità”), ma rischiavo, essendo il primo, di odiarlo poiché sempre sotto i miei occhi; mi serviva un punto che mi permettesse di vederlo solo quando andava a me.
Dopo qualche tribolazione arrivai alla conclusione che la posizione ideale era la gamba sinistra (si nota che sono mancino?), poiché nascosta, non visibile a lavoro, nei mesi estivi lo si poteva mostrare, molto vanitosamente, e potevo vedere il tatuaggio solo quando mi andava.
Trovato il punto, serviva il soggetto, e ne serviva uno che racchiudesse in sé le mie passioni e quello che spingeva il mio animo; la prima idea fu una chiave di basso che lasciava trasparire sotto di se il logo del Milan (eh...lo so…), ma il nuovo logo presente sulle maglie di trasferta, come a voler anticipare un cambio di stemma, ed il fatto che una squadra celebre di Serie A avesse completamente stravolto il suo logo (quella bianconera di Torino), mi hanno fatto cambiare idea, quindi restava la chiave di basso su chi lavorare, infatti la mia idea era quella di rappresentarla come una macchia che si fosse creata in seguito ad un gocciolamento (lo so, non è facile da visualizzare), in modo che rappresentasse la ragione, data dall’ordine con cui cadevano le gocce, ed il caos, dato dalle varie gocce e dalle diverse forme e dimensioni che esse potevano prendere, cioé le due cose che secondo me regolano la musica.
[un abbozzo della prima idea di tatuaggio]
Quindi sono andato nello studio di un tatuatore stra-consigliato per prendere appuntamento, e, come prevedibile, presi ad Aprile un appuntamento per Ottobre, con la consapevolezza che avremmo discusso dei dettagli di come fare il disegno al momento della seduta, anche se, quando gli spiegai la mia idea, lo vedevo molto reticente e dubbioso.
Un giorno, mentre ero in ufficio, ricevetti una chiamata in cui mi si diceva che, se volevo, si era liberato un posto per una seduta a Luglio; ovviamente confermo e vado al nuovo appuntamento. Appena parlai nuovamente con il tatuatore della mia idea mi dice che me lo potevo togliere dalla testa, perché era il tipico disegno che in pochissimo tempo si sarebbe rovinato a causa dell’effetto “gocce di varie dimensioni”, quindi mi indirizzò più su un disegno a schizzo, con metà chiave di basso in nero, mentre l’altra metà in negativo su una grande macchia; la contrapposizione ragione/caos era presente, la chiave di basso anche: era il disegno che faceva per me!
Dopo la depilazione e l’appoggio dello stancil, mi stesi sul lettino, e fu solo un quel momento che il ricordo del mio amico e la mia fobia degli aghi tornarono a galla, ma il tutto si placò quando il tatuatore iniziò il suo lavoro: era come la sensazione di tanti pizzicotti, alcuni delicati ed altri più forti, ma comunque pizzicotti. Ero molto più tranquillo, ed anche quando l’ago veniva spinto un po’ di più, mi trovavo a mio agio ed al massimo sentivo una sensazione di fastidio e mai di dolore. Tutto questo fu vero fino a quando non arrivò il momento di tatuare i due puntini sugli estremi della linea di demarcazione tra ragione e caos, il primo, in alto vicino al ginocchio fece male, ma il secondo, quello sulla caviglia, fece malissimo; ricordo ancora le mie suppliche al tatuatore per farlo smettere, il suo “dai cazzo! È l’ultima cosa da fare!” ed i miei lamenti di dolore, ma alla fine, posso dire che il risultato finale è qualcosa di straordinario e molto meglio di quanto io potessi immaginarmi, infatti la botta di adrenalina nell’aver visto per la prima volta il tatuaggio completo sulla mia gamba, non potrò mai scordarla.
[Foto scattata pochi attimi dopo la fine del lavoro del tatuatore
In conclusione posso dirvi che è stata un’esperienza fantastica e che vorrei rifare al più presto, soldi permettendo, e che, in qualche modo, mi ha cambiato per sempre, infatti nella mia gamba vi sarà a vitanon solo un segno indelebile di quello che sono oggi, e sperò sarò anche domani, ma un ricordo indelebile di tutto quello che è stato il percorso che mi ha portato a convincermi che, in quel momento, il tatuaggio fosse la cosa di cui avessi bisogno per star meglio con me stesso.
[Tutte le immagini presenti sono state staccate dal sottoscritto o prive di copyright]
Molto bello ed originale il tuo tattoo. Mi piace da impazzire la pare del caos 😊.
Bello, mi piace.
Grazie! ;)
👍Molto bella la macchia. Non facile da realizzare in maniera che sembri naturale.
Non fu semplicissima da fare, ma il risultato, concordo, è splendido
Bello davvero, complimenti! Io ho otto tatuaggi e li adoro tutti, li guardo spesso e riaffiorano alla mente momenti della mia vita! Concordo con Sara, bellissima la cosa del Caos e della ragione....anche io ho un tatuaggio dietro la schiena che rappresenta qualcosa di simile (il realtà rappresenta proprio la contrapposizione tra bene e male, caos e ordine).
Sai che ora sono molto curioso del tatuaggio che hai sulla schiena?