L'articolo di oggi è su un nuovo argomento, sebbene iscrivibile alla rubrica delle mie opinioni. Ho deciso di scrivere questo articolo su un macro argomento, l'economia, che mi ronzava in testa da tanto tempo di cominciare a trattare. Perché non l'ho nonostante ciò mai fatto? Perché, lo dico sinceramente, non sapevo mai da che parte cominciare. Non perché non conosca l'argomento o perché non abbia le idee chiare al riguardo, ma perché davvero non c'è un punto di inizio, non perché l'economia si difficile.
Foto di Gerd Altmann da Pixabay
Non è vero che l'economia sia complicata e difficile, e che le persone la rifuggano perché sia tale. L'economia in realtà è molto, molto più semplice di quanto possa sembrare e se invece sembra complicata è solo perché c'è molto interesse a farla sembrare tale e lasciarne la gestione in delega ad altri. Ed è la cosa più sbagliata che si possa fare. Perché l'economia non ha un inizio perché pervade tutti, ma proprio tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Nulla sfugge all'economia.
Per questo ogni qual volta pensavo di scrivere qualcosa mi fermavo di fronte al problema: si ma da dove comincio. Se parlo di questo per chiarire il concetto occorre accennare a quell'altro, ma poi occorre parlare di quell'altro ancora e così via.
A me piace immaginare l'economia come un materasso ad acqua, nel quale premendo in un punto si modifica la superficie in un altro e non sempre si riesce a indovinare, anzi in realtà non si riesce mai a farlo in maniera precisa al 100%, dove le modifiche avranno effetto.
Quindi per parlare di economia bisognerebbe scrivere libri di economia, ma non ne verrei a capo. Magari in futuro qualcosa scriverò, per spiegare ai particolarmente interessati alcuni concetti fondamentali che dovrebbero essere nel bagaglio comune di conoscenze di tutti ma che purtroppo così non è, cercando di farlo nel modo più semplice di cui sia capace.
Ma ne parleremo in futuro. Veniamo all'argomento scelto: il debito pubblico italiano è sostenibile o no? Perché ho scelto questo è presto detto: qualche giorno fa il capo del dipartimento di economia e statistica di Banca d’Italia, Eugenio Gaiotti, durante l’audizione sulla nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, avrebbe (uso il condizionale perché non l'ho sentito direttamente ma è stato riportato dalla stampa) dichiarato ed ammesso che "nei moderni regimi monetari le banche centrali, inclusa la BCE, possono creare dal nulla tutta la moneta che vogliono".
Su questa frase si è scatenata la baraonda di opinioni di chi vuol strumentalizzare questa frase tirandola a proprio vantaggio. Nella fattispecie ovviamente questa frase è stata riproposta all'infinito dagli anti-euro a dimostrazione che l'austerity è inutile e che volendo si potrebbero stampare euro a volontà per finanziare la ripresa dell'economia italiana, che il debito pubblico italiano non è mai stato in pericolo di insostenibilità e via tutte le conseguenze dirette ed indirette (ho già detto che l'economia non ha un inizio vero? Bene ora aggiungo un postulato: non ha neanche una fine; da un argomento si può passare ad un altro strettamente collegato procedendo all'infinito).
Sono rimasto semplicemente basito di come un'ovvietà, perché quella frase è banale ovvietà o forse un'ovvia banalità, possa ingenerare chissà quali salti pindarici. Sembra quasi che si sia trovata la formula magica, la pietra filosofale che trasforma il ferro in oro, risolvendo tutti i problemi dell'Italia intera.
Tutti dovrebbero sapere che, da quando il "Gold Standard", cioè il principio secondo cui ad ogni banconota e moneta emessa dovesse conservarsi, a garanzia del suo valore, un certo quantitativo di oro nei forzieri della Banca centrale dello stato che emette il titolo monetario, le banche centrali (ed oggi non solo loro) possono generare soldi "dal nulla". Non è questo il punto: semmai il vero punto è "per farne cosa?"
La risposta dei più estremi è sostanzialmente: "tutto"!
Quindi il problema del debito pubblico italiano diventa appunto un non problema. Si potrebbero stampare euro a volontà per ripagarlo no? No, non si può fare perché l'Italia non ha sovranità monetaria quindi la colpa è tutta dell'euro. Questo è il vero scopo a cui punta chi cavalca, oggi, questo cavallo. Ora lasciamo perdere i mille ed ancora mille argomenti paralleli e direttamente conseguenti, non mi interessa in questo articolo parlare di euro no, euro si. Voglio tenere la barra diritta sull'argomento "debito italiano: è sostenibile o no?".
E qui entra in gioco la percezione su cui giocano entrambe le parti, i fautori della MMT, Modern Monetary Theory, la Teoria Monetaria Moderna, che auspica la generazione ad oltranza di nuova moneta per risolvere tutti i problemi, a cui si accostano oggi coloro che sono interessati a osteggiare l'euro, ed i sostenitori dell'austerity, della rigidità dei bilanci, della necessità del deficit a zero e del controllo del debito.
Il fatto è che entrambi dicono la verità e mentono contemporaneamente. Giocano con le parole a proprio tornaconto. Perché la verità, che amo descrivere come un diamante, è un cristallo prezioso che difficilmente è purissimo, ha tantissime facce ed ognuno può guardarne alcune senza vedere le altre.
Qual è la mia opinione su questa vicenda? No, il debito italiano non è sostenibile. Ed aggiungo, nessun debito statale è oggi sostenibile. Nessuno.
Ora però occorre mettersi a definire che cosa si intende per "sostenibile" perché questa è l'impurità nel diamante, in questo caso.
Se io chiedo un prestito a qualcuno e lo ripago la coscienza mi dice che devo restituire quanto ricevuto nel suo pieno valore, come minimo. Per questo motivo esistono i tassi di interesse, che devono coprire l'inflazione per difendere il pieno valore dell'operazione di prestito, e la cui eccedenza rispetto all'inflazione serve a ripagare il prestatore per aver rinunciato a disporre pienamente del valore a me temporaneamente concesso. Per dirlo in parole povere: se chiedo 1000 euro a tizio e c'è un'inflazione dell'1% all'anno dopo un anno dovrei restituire almeno 1010 per coprire l'inflazione. Se poi il tasso di interesse concordato è del 2% è perché dei venti euro in più che restituirò 10 (l'1%) sono per coprire l'inflazione e 10 sono per il profitto di tizio che per un anno non ha potuto impiegare i suoi soldi in modo diverso.
L'operazione di prestito è un'operazione finanziaria, un ambito strettamente economico. Se io e tizio abbiamo concordato un tasso di interesse del 2% è perché ognuno di noi ha fatto le sue valutazioni sulle proprie condizioni e sul valore dell'inflazione per il periodo della durata del prestito. Se poi tale valore si discostasse dal previsto uno dei due ci guadagnerebbe e l'altro ci rimetterebbe, ma ciò sarebbe logicamente nell'ambito economico giustificato dal rischio che ogni operazione economica porta con sè. Chi sbaglia le sue previsioni paga.
Non fingiamo di ignorare questo basilare concetto per favore. Quindi se lo scopo di chi ha il potere di stampare soldi è di creare l'inflazione necessaria per pagare il debito agevolmente grazie al fatto che così facendo essa superi il tasso di interesse concordato nel momento del prestito, erodendo "il valore" del prestito, forse a stretto riferimento linguistico si può definire la situazione come un "debito sostenibile", ma se il debitore ha il potere di modificare l'inflazione si tratta sostanzialmente di "truffa".
Quindi chiarisco ulteriormente la mia opinione: il debito pubblico italiano non è onestamente sostenibile. Chi sostiene il contrario sta semplicemente invocando una truffa ai danni dei creditori.
Ora per via del fatto che l'economia non ha un inizio e non ha una fine si aprono ovviamente una moltitudine di ragionamenti con conseguenze in un verso o nell'altro. Ci possono essere molte ragioni da una parte e dall'altra, magari ne parlerò in altri articoli, ma l'opinione espressa poche righe sopra credo che sia lapalissiana.
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Grazie :)
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La scuola dovrebbe insegnare, fin dai primi passi, le basi della finanza e dell'educazione civica, secondo il modesto parere.
Perché non lo fa? Perché la scuola non deve creare imprenditori, bensì operai, che siano costretti per tutta la vita a dover scambiare il loro tempo in cambio di denaro, ripetendo meccanicamente le stesse azioni, per tutta la vita.
Fortunatamente, con lo studio e l'applicazione, si riesce a scalare qualche posizione in questa gerarchia, fino a capire che, non solo il lavoro non è l'unico modo per fare soldi ma anche che i soldi possono lavorare per noi, non il contrario.
Altra cosa che mi fa parecchio ridere è l'idea che un dottore sia meno schiavo di un operaio.
Anche il dottore, per avere i soldi, deve dare in cambio il suo tempo. Guadagna più soldi per ogni ora che lavora, rispetto a un operaio, ma è ugualmente uno schiavo, solamente più ricco. 😊
Il mondo è cambiato con la prima Rivoluzione Industriale, che ha causato la nascita dell'attuale operaio, inteso come individuo che ripete meccanicamente la stessa azione, collocato all'interno di una catena di produzione in cui ogni operaio svolge solo una parte del lavoro totale.
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Tutte considerazioni condivisibili. Aggiungo anche che però questa concezione sta andando incontro ad un importante bivio: Intelligenza Artificiale e Robotica sono al contempo un'enorme opportunità o un'enorme rischio.
Hai colto in pieno l'inclinazione che ho dato alla descrizione di operaio.
Visto che si occupa di svolgere poche azioni meccaniche, facenti parte di un processo di produzione più ampio e complesso, vien da sé che, grazie alla tecnologia, prima o poi sarà facili programmare tante macchine in grado di svolgere quelle piccole azioni.
Sta già succedendo ma siamo solo agli inizi.
Non penso, però, che gli operai siano gli unici a rischiare. Pensa agli smart contracts, penso che presto renderanno superflue tante figure professionali che, tra l'altro, si fanno pagare piuttosto care.
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.In realtà, perdonami, ma le cose non sono così semplici.
In particolare nessuno si aspetta che gli stati e, men ch meno l'Italia, restituiscano il debito, un debito viene ritenuto sostenibile quando uno stato è in grado di pagare gli interessi sul debito.
L'Italia, ad oggi, è ampiamente in grado di ripagare gli interessi sul debito, certo, non ha nessuna possibilità e anche nessuna intenzione di restituire il debito.
Il discorso generale è molto più ampio, tutta l'economia monetaria si basa su un fraintendimento, cioè la confusione tra unità di misura e valore.
L'euro, come qualunque moneta, è semplicemente un "metro" che può misurare qualunque bene, servizio, etc. ma non ha alcun valore.
Quello che ha valore è l'oggetto della misura, non il metro che si usa per effettuare la misura, che dovrebbe essere sempre lungo uguale.
Per questo non costruiamo metri di gomma.
Invece abbiamo costruito delle monete che possono variare di "lunghezza" una assurdità di cui tutti quanti stiamo pagando le conseguenze.
Condivido il discorso finale sul fatto che la moneta dovrebbe esser considerata come un'unità di misura. Spesso ne parlo in questi termini e probabilmente in altri articoli verrà fuori.
Non condivido invece la prima parte. Se mi permetti è il tuo modo di vedere le cose, sul quale posso esser d'accordo sia una visione molto diffusa, probabilmente maggioritaria oggi, che è una semplificazione eccessiva. E' vero che nel caso in cui un creditore rinnovi il titolo di debito una volta arrivato a scadenza in sostanza l'importo da pagare per il debitore sarebbe solo la quota interessi, ma è una visione "distorta" che ha preso ampiamente piede per motivi di opportunità.
Non è detto infatti che alla scadenza il creditore voglia rinnovare il credito e soprattutto che voglia farlo alle stesse condizioni. Quindi a pesare è TUTTO il debito: montante più interessi. Faccio un esempio plateale, anche di questo avrei scritto indirettamente in prossimi articoli: oggi il debito pubblico italiano di nuova emissione (ed anche molta parte di quello emesso in passato) è acquistato dalle banche italiane ed europee solo ed esclusivamente perché sanno di poterlo "girare" come garanzia alla BCE, la Banca Centrale Europea. Nel caso in cui l'Italia uscisse dall'area Euro tale processo si incepperebbe clamorosamente. Giunti a scadenza i debiti lo Stato dovrebbe ripagare l'intero importo del debito e non solo la quota interessi. E' questo che rende insostenibile il debito pubblico italiano e, indirettamente, un pio desiderio degli euroscettici l'uscita dall'euro che avverrà se e solo a catastrofe avvenuta.
Situazioni simili possono venirsi a creare anche in paesi che abbiano sovranità monetaria. E' vero che la loro Banca Centrale può acquistare tutto il debito prodotto (come sta avvenendo in Giappone) ma ciò ha comunque delle conseguenze sul valore della valuta (il Giappone lo sta ancora evitando, ma arriverà il momento) e sulla bilancia commerciale del paese stesso. Alla fine qualcuno i soldi veri, cioè quelli che dietro hanno un valore, come giustamente dici, qualcuno dovrà tirarli fuori per pagare il debito o tutto implode. Il cosiddetto Garante di ultima istanza ha successo solo finché ha la reputazione sufficientemente pulita da offrire fiducia.