In tutto ciò secondo me, caro @libertycrypto27, non emerge abbastanza un elemento: obbligando a vendere le carte che finiscono nel wild format si finisce per espropriare i giocatori del valore di quelle che era, giustamente, il loro principale asset, le carte.
Le nuove carte infatti non saranno veramente tue se non pagandole un importo del quale non rientrerai praticamente mai. Basta guardare cosa sta accadendo già ora alle carte Chaos Legion Rewardd soulbound. Ad esser al di sopra del livello di acquisto sono rimaste solo una manciata di esse, per la gran parte di esse il valore sul mercato è più basso di quello di riscatto. Io non sto riscattando nulla, anche perché non intenzione di spendere un centesimo, e quando le carte non mi serviranno più per giocare le brucerò per prendere Glint per le nuove carte reward da usare, facendo un turnover fra i deck. Ma le carte non saranno più un valore per il giocatore se non per il fatto che servono da vincere SPS in Dec, che sono di fatto l'unico asset rimasto che ha un valore estraibile.
Concludendo direi che definire oggi Splinterland un gioco play & earn mi sembra del tutto fuorviante. E' earn solo investendo dall'estero un notevole importo i cui tempi di recupero sono lunghissimi, nella migliore delle ipotesi.
Va bene, ho sempre detto che si doveva puntare sulle persone che giocano per divertirsi piuttosto che per guadagnare altrimenti non sarebbe possibile renderlo sostenibile, ma a questo punto non solo non è più play and earn, ma addirittura è molto costoso per esser giocato a livelli che diano un minimo di soddisfazione ludica.
Concludo osservando un altro aspetto che mi sembra paradossale. Anche la nuova proposta ha un che di comico. Cioè, gli sviluppatori vogliono esser pagati per elaborare le nuove carte che poi ti dovrai comprare? E' come se un cuoco chiedesse i esser pagato per elaborare nuovi piatti nel menù, che poi dovrai pagare per mangiare. Mi sembra si stia perdendo il senso della misura.