La rogna non sta nel dichiarare e nemmeno nel pagare le tasse. Purtroppo la rogna sta nella mala formulazione delle leggi fiscali quando richiedono il compimento di operazioni burocratiche impossibile da svolgere perfino per un commercialista esperto (però tranquillo, che in Italia non siete arrivati a tanto). Da gennaio 2024 infatti non accedo più alle CEX internazionali per colpa di una nuova legge dell'ultimo pietoso governo del mio paese (del quale parecchi di noi sperano nell'impeachment, comunque per motivi ben più gravi della regolamentazione cripto) che allora mi imporrebbe di tenere traccia e dichiarare in un apposito modulo ogni singolo swap😡. Ovviamente non è fattibile. Per la verità, l'obbligo c'è anche nei DEX, ma in questo caso per scansarlo mi premuro di swappare perennemente in perdita oppure, nei rari casi in cui è possibile, 1:1. La rinuncia alle CEX internazionali mi sta facendo perdere decine di dollari (ovviamente le mie CEX nazionali non listano nè hive, nè HBD, nè steem, nè SBD, il che è un vero affanno) perchè sono obbligata agli scambi sfavorevoli del mercato interno in cui alcune altcoin si quotano a prezzi inferiori a quelli di mercato e inoltre nei cambi si è soliti perdere parecchio. Ma tant'è. Se no, ti immagini il compilare un modulo per ogni singolo swap, con l'obbligo per altro di indicare quanto valeva un !PGM, una !PIZZA, etc., in valuta nazionale sia prima che dopo ogni swap?
Comunque in Italia, oltre a dover dichiarare le criptomonete possedute, ci sarebbe pure l'obbligo di aprire partita IVA (dato che da qui prelevi, se ho capito bene) perchè questa attività corrisponde a quella di blogger bella e buona e l'attività di blogger prevede tanto di codice ATECO...dico ci sarebbe perchè non sia mai, avendoci un lavoro subordinato e lavorando qui nell'anonimato, possibilmente puoi dichiarare questi proventi come altri redditi (purtroppo c'è quest'altra rogna di dover dichiarare l'origine di ogni soldo che vi entra nei conti correnti), anche se non sia mai per seguire al pie delle lettera le leggi fiscali e assicurarsi di non incorrere in sanzioni. Purtroppo nessuno di noi vive nelle Filippine, dove il governo non si cura minimamente dei proventi che i filippini ricevono al di fuori dei confini del territorio. I miei colleghi filippini dei forum finanziari paganti infatti si danno da fare su Fiverr, Upwork e ogni nominabile piattaforma freela perchè non devono nemmeno compilare una dichiarazione dei redditi nemmeno se da Fiverr gli entrasse un milione, fosse in criptomonete, fosse in pesos. Se potessi, me ne scapperei nelle Filippine.
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Eh si ciao ogni swap, è da impazzire... In effetti vedo qua tanti dalle Filippine e loro praticamente ci vivono di Hive, non credo stiano lì a dichiarare e pagare tasse su ogni soldo che entra
Perchè le Filippine godono di un sistema fiscale privilegiato che tassa unicamente i guadagni prodotti all'interno dei confini territoriali filippini. Del restante, che proviene da fuori, il governo filippino se ne infischia, beati loro.
Concordo sulla mala formulazione delle leggi fiscali.
Quando si vuole legiferare a tutti i costi riguardo a materie che non si conoscono, i risultati sono sempre questi. L'idea è colpire i grandi investitori, ma non prendendo nella minima considerazione l'uso delle criptomonete come mezzo di pagamento da versare ai dipendenti, ai commercianti (qui vabbè, è una questione più che altro ipotetica, visto che il tuo panettiere o lattaio ti riderebbe in faccia se gli proponessi hive o steem in cambio di pane o latte al posto della valuta FIAT, ma potenzialmente possibile), ai professionisti che offrono servizi (il nostro caso è assimilabile a quest'ultimo). Generalmente, per i politici che più hanno in antipatia le criptomonete, si tratta di asset paragonabili agli stock azionari e ai fondi immobiliari, quando va bene.
Esatto è proprio così come hai detto. Inoltre ti dico questo, io lavoro nel settore della progettazione di macchine industriali da trent’anni.se un costruttore dovesse seguire tutte le normative europee della direttiva macchine e tutti i vari regolamenti europei inerenti alla costruzione di macchine automatiche, il macchinario risulterebbe Totalmente fuori mercato. Non c’è nessun costruttore europeo che rispetta queste norme alla lettera, semplicemente perché chi ha fatto le norme non ha minimamente pensato al mercato. Quindi chi ha fatto le norme e i vari regolamenti non aveva nulla a che fare con la reale costruzione di macchinari e la loro immissione sul mercato in quanto c’è un evidente lacuna per quanto riguarda la conoscenza del mercato stesso.
Lascio al mouse l'opinione (dal punto di vista strettamente politico) su Bruxelles e l'UE🤢