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Non credo sia un caso se negli ultimi anni il numero di saggi sul totale dei libri che ho letto (escluso il 2024, ma quella è un'altra storia) sia aumentato. Mi piacciono i romanzi, ma sento un desiderio di capire un po' di più la realtà e il mondo che ci circonda e dove sta andando.
L'interesse non riguarda solo aspetti macro, ma anche cose piccole, più ordinarie e modeste come cercare modi veloci per farsi da mangiare o migliorare l'efficienza energetica senza troppi sforzi. Mi lascio incuriosire da qualsiasi cosa, a volte rimanendo stupito da cosa mi è piaciuto leggere. Davvero ho letto un articolo sul funzionamento del teatro la Scala di Milano? Sul serio ho cercato la lista di piante domestiche che richiedono meno impegno? Wow, non pensavo fosse così interessante sapere come massimizzare la deducibilità dei fondi pensione! Eppure ogni volta che sento quella strana sensazione, come un click che scatta nella testa, sento che devo saperne di più. E devo saperlo ora!
E su Hive?
Su Hive è la stessa cosa. Da quando sono arrivato l'elemento che ha accomunato ogni mia azione è stato imparare. Molto di quello che so sulle cryptovalute, sulle blockchain e su alcuni meccanismi del loro funzionamento o su come reagisce il pubblico davanti a nuovi roboanti progetti crypto lo ho imparato qua. Ma molto ho appreso anche dalle singole passioni che gli utenti condividono: luoghi visitati, esperienze fatte, approfondimenti su alcune specifiche materie (talvolta anche molto tecniche). Ho ricevuto molti spunti e stimoli che mi hanno saputo incuriosire e hanno fatto scattare il click.
Adoro essere incuriosito. Quando capita mi prende un fuoco sacro che mi porta a volerne sapere di più e inizio a fare ricerche, a spendermi in ragionamenti, a leggere e ascoltare qualsiasi contenuto trovi sull'argomento. Qui su Hive mi è successo tante volte, come quando usciva un nuovo progetto o mi trovavo nel wallet un token di cui non avevo mai sentito parlare. Iniziavo a cercare, a scavare nei meandri della blockchain per saperne di più. A volte con successo, altre meno.
Fortunatamente, con il tempo, questa cosa sono riuscito a renderla un po' più gestibile, approfondire, cercare, per quanto piacevole porta via tempo e non sempre ne vale davvero la pena.
Se penso quindi, alla mia esperienza qui, tutte le mie attività davvero preferite sono sostanzialmente le seguenti:
- leggere contenuti, magari seguendo un autore di cui mi piace leggere per affinità o quando trovo un titolo o argomento accattivante;
- fare ricerche quando trovo qualcosa che mi incuriosisce e di cui ne voglio sapere di più;
- partecipare a discussioni o condividere il mio punto di vista su un argomento;
- portare contenuti e approfondimenti miei, come quando scrivo di film o di qualcosa che mi piace.
Sono contento di essere riuscito a mettere a fuoco questo aspetto della mia vita. Non sempre ci prendiamo il tempo per capire dove siamo sulla linea della nostra esistenza e dove vogliamo andare. Capire un po' di più noi stessì credo sia un passo nella direzione giusta posizionarci nella direzione giusta. Come nella vita, così su Hive.
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Anch'io sono assetato di conoscenza, soprattutto per quanto riguarda le tecniche di produzione musicale e l'ambito del markette della promozione di un progetto musicale. Mi butto a capofitto in video e corsi per imparare di più ma ho anche notato che spesso è un'arma a doppio taglio: mi crogiolo nell'idea che sto migliorando perché sto imparando quando in realtà è solo un modo velato per procrastinare 😅
Non credo, almeno, che nel mio caso imparare sia una scusa per procrastinare. Ma il buttarsi a capofitto immagino sia il medesimo.
All’inizio mi creava qualche problema, perché mi lasciavo assorbire totalmente. Con il tempo ho imparato un po’ a gestirlo.
Ottimo argomento.. imparare è una delle cose che secondo bisognerebbe smettere di fare solo quando si è in pensione.. e non prima, noto che alcuni anticipano un po' troppo la chiusura di questa attività. Anch'io ho trovato molte informazioni qui su HIVE seguendo le persone che parlavano di argomenti che mi interessavano. !BEER
Non so, mi spiacerebbe se una volta in pensione mi passasse il desiderio di imparare. Proprio quando ho più tempo da dedicarci…
Sarebbe bello poter continuare ad imparare sempre come dici tu, ma forse quando andremo in pensione noi, di neuroni spenti ne avremo molti
Diciamo che lo temo, ma spero di no, dai.
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.BEER
Hey @steveguereschi, here is a little bit of from @stefano.massari for you. Enjoy it!Learn how to earn FREE BEER each day by staking your
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.Purtroppo è proprio il tempo che sempre più spesso manca...e allora tocca fare le ore piccole per non trascurare il nuovo apprendimento, ma pazienza, anche questo si fa (oramai lo faccio da quando qui ho dovuto riqualificarmi😆).
!BEER
ho buttato l'occhio più sotto😂...ma secondo voi, in pensione noi ci andiamo?
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In buona sostanza: fin dove ne so, parecchi di noi siamo nati negli anni settanta (chi nei primi, chi negli ultimi, rasentando i millennials). Chi è nato nei sessanta è ancora a cavallo, ma si sa, chi tardi arriva, male alloggia:
!LOLZPs.: scusate un secondo. @stefano.massari e @steveguereschi...poichè
È una domanda che spesso ci si fa come battuta, ma in realtà dovremmo farci seriamente. Io credo di sì, salute permettendo, ma la qualità della nostra pensione, se ci affidiamo unicamente allo Stato, sarà molto bassa.
Serve quindi che ci muoviamo individualmente per garantirci un futuro sereno.
Diciamo che qui sono semiseria: da un lato la battuta per sdrammatizzare, ma dall'altro purtroppo lo so che c'è poco e nulla da scherzare. Il salute permettendo è comunque il punto dolente: parecchie malattie serie che impediscono di lavorare nel rispetto di orari fissi non vengono riconosciute invalidanti ai fini pensionistici, il che costringe chissà quanti a mettersi in proprio (con le brave conseguenze anche a livello di ammontare della pensione lavorativa). Per nominarne una (non tanto a caso, data la diffusione), il diabete. Una malattia davvero bastarda, specie il tipo 1 e specie in quei soggetti, che pure avendoci il mellito, anzichè soffrire di chetoacidosi vanno fin troppo facilmente in calo ipoglicemico (è ben più pericoloso dell'iperglicemia perchè senza soccorsi immediati rischi davvero il coma diabetico e susseguente decesso).
Tra l'altro, secondo la World Bank, voi in Europa siete per lo meno messi meglio che in tutto il continente sudamericano e tutti i Caraibi, dove lavorare in nero è la regola e ordinaria amministrazione per almeno la metà dei giovani e dei meno giovani in salute e in età lavorativa. Di questo passo, dato che la matematica non è un'opinione, i nati negli anni settanta andremo in pensione a un'età minima di 78 anni (considerando che il latino medio non oltrepassa i 72 a 75 anni di vita, si traduce in una barzelletta) e in condizioni miserabili. Chi è nato negli anni ottanta non vedrà mai nessuna pensione pubblica, è già stato dichiarato per iscritto. Da parte mia sono certa che non passerò i 70 (davanti a tutte le condizioni croniche che non mi faccio mancare, non ho dubbi😂). Forse mio marito (e solo forse) potrebbe cavarsela un poco meglio di me perchè più vecchio di me (anche se non di troppo, dato che è del 1973) e in condizioni di salute alquanto migliori (ha anche lui le sue brave magagne, ma quantomeno ha tutti gli organi digestivi in perfetto stato, a differenza di me😂).
Muoverci individualmente? Fino a un certo punto. Se ne parla tantissimo, ma purtroppo lascia il tempo che trova. Chiunque afflitto da stipendi bassi (fosse in un paese europeo, fosse nel sud del mondo qui non cambia), figli da mantenere e niente famiglia di origine alle spalle che può intervenire, come dovrebbe muoversi, porello/a?
lolztoken.com
Can't live with it can't live meow it.
Credit: reddit
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@steveguereschi, I sent you anCiao e benvenuto!
Grazie mille per il supporto!