Perchè si delinque?

in #ita7 years ago (edited)


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La scorsa volta vi ho parlato della nascita della criminologia.
Ora passiamo alla domanda a cui tutti vorrebbero avere risposta.

Perchè si delinque?

Il discorso è molto lungo, e cercherò di riassumerlo il più brevemente possibile.
Sono stati effettuati numerosi studi tesi a comprendere il fenomeno e qualche risposta, anche valida, è arrivata.

Il primo approccio alla questione venne effettuato dalla cosiddetta Scuola di Chicago, che si analizzò le cosidette aree criminali di una città.
In base ai loro studi evidenziarono come alcune zone cittadine attirava un maggior numero di criminali, in quanto le condizioni ambientali erano più permissive che in altre zone.
Questo comportava un continuo scambio di persone, ma sempre dello stesso genere. Disagiati, persone con precedenti penali e via dicendo.
Il pregio di questi studi fu quello di evidenziare come la disorganizzazione sociale fosse uno dei motivi di criminogenesi, avviando un progetto di prevenzione di delinquenza minorile fondato sul controllo sociale da parte di operatori interni alla comunità stessa.
Ma come si verificava questa disorganizzazione sociale? I veri motivi di questa vennero individuati nella urbanizzazione, nella crisi del patriarcato di stampo agricolo, crisi della famiglia e via discorrendo.
In sintesi la perdita di una identità storica, e il relativo turbamento nell'adattarsi al nuovo e repentino cambiamento, portano le persone a smarrirsi.
Questo perchè prima dello stato, il controllo sociale viene effettuato dalla famiglia. E quando la famiglia si disgrega, diventando un nucleo composto da genitori e figli, ecco che quest'ultimi possono andare fuori dal controllo dell'autorità parentale.

Queste evidenze portavano un secondo problema. Il conflitto tra vecchie abitudini e nuove.
Si pensi al passaggio da una cultura rurale ad una urbana. Diverse regole sociali comportano un adattamento spesso complicato e mai realizzato, con la conseguenza di una emarginazione che sfocia in violenza e delinquenza.
Questo perchè avvenendo un rifiuto della nuova cultura, perchè essi stessi rifiutati, sono respinte anche le norme della stessa, e mancanza di condivisione nei valori della società comune.

Identificazione e devianza

Come appena detto, il motivo principale della delinquenza è la mancata identificazione in un ideale comune sociale.
Segregazione, ostracismo, razzismo, e zone ghettizzate di una città sono la conseguenza di una mancata identificazione in una socialità globale.
Ma anche una società identificata può incorrere in una devianza rispetto il modello promosso.
Questo avviene quando le norme sono ingiuste, contrastanti, in disuso.
Questa devianza, se controllata, verrà affrontata e debellata. Se lasciata a se stessa potrà tramutarsi in delinquenza vera e propria.
Durkheim a fine ottocento fu il primo a definire come "anomia" la situazione che in una società genera disagio e condotta dissociale. Tale anomia può essere anche conseguenza di una società che propone mete irraggiungibili tramite i mezzi forniti. E noi ne sappiamo qualcosa.
Irraggiungibilità delle mete e diseguaglianza nelle opportunità di successo sociale portano alla violazione delle norme, in quanto viste come "opprimenti" e volte a impedire la realizzazione dell'individuo.
Si sfocia così nell'illegale per compensare la mancanza di mezzi forniti e raggiungere le mete indicate.

Teoria delle associazioni differenziali

E così come una norma può essere appresa, allo stesso modo si può apprendere la delinquenza.
Questo sostenne Sutherland a inizio 900.
E spiega in maniera molto lucida situazioni quali quelle di Scampia a Napoli ad esempio.
Si nasce in un sistema, si apprende quel sistema. Non se ne vedono altri. Si ama il sistema perchè ci si identifica.
Questa teoria, per quanto piena di punti poco chiari e validi, permette anche di estendere il concetto di delinquenza alle alte sfere, come ad esempio i colletti bianchi, soggetti che crescono in ambienti sicuramente non disagiati.
Tale forma di delinquenza è anche peggiore di quella fino a questo punto analizzata, perchè ha maggiori costi sociali e un elevato tasso di impunità, visto il ruolo ricoperto dai rei.
Negli anni successivi vennero portate avanti studi che evidenziarono come i delinquenti erano di solito soggetti dotati di ottime capacità fisiche, indole aggressiva o tendente all'impazienza, grande capacità di apprendere le cose manuali, famiglie poco presenti o non interessate ad una corretta educazione.
Tra i teorici di tali studi fu Reckless ad ideare una teoria, quella dei "contenitori", che riassumeva la questione.
Secondo Reckless esistevano dei contenitori interni e dei contenitori esterni che determinavano la delinquenza o meno.
I primi consistevano in quegli aspetti della struttura psicologica più efficaci nel favorire l'integrazione sociale, quali autocontrollo, forza di volontà, etica, senso di responsabilità.
I secondi rappresentavano l'insieme delle caratteristiche ambientali nel quale il soggetto vive, come successo sociale, aspettative di vita, appartenenza ad un gruppo.
Questi due contenitori creavano quindi un mix che portava un soggetto ad identificarsi con il gruppo sociale, o ad estraniarsi dallo stesso seguendo regole esterne.

La risposta

Proseguire nell'elencazione di altre scuole è superfluo poichè vanno solo a spiegare ulteriormente quanto già detto.
Il delinquente delinque per una serie di motivi che generano delle conseguenze.
Tra le cause possiamo dire, in maniera sequenziale e a cascata, che le principali sono:

  • Perdita di identificazione nella società causato da cambiamenti strutturali e culturali della stessa
  • Emarginazione, rifiuto del vivere comune in quanto rifiutati dalla società
  • Relegazione in ambienti degradati, ma in qualche modo "ospitali"
  • Apprendimento di comportamenti illegali, ma che permettono l'identificazione nel nuovo ambiente e quindi appartenenza ad un gruppo sociale.
  • Identificazione nel nuovo gruppo sociale e nelle sue non regole che permettono il raggiungimento di fini insperati.

Nel caso dei colletti bianchi, la genesi delinquenziale è in parte diversa, ma è un discorso piuttosto complesso.
Si può dire che nel caso delle alte cariche o di ambienti nobili, la ricchezza genera avidità e un senso di impunità che fa si che si delinqua perchè "si può fare".

Caratteristiche comuni sono ad ogni modo:

  • negazione della propria responsabilità, sostenendo che si è agito trascinato dalle situazioni
  • minimizzazione del danno provocato, con la concezione di aver commesso un attività vietata, ma non immorale
  • negazione dell'ingiustizia provocata, sostenendo che la vittima meritava quel trattamento
  • condanna di coloro che hanno condannato, inteso come condannare chi disapprova le loro condotte. Vedasi Berlusconi quando diceva che tutti i giudici erano corrotti dai comunisti.
  • richiamo ad ideali più alti, ovvero sostenere che quello che si fa è compiuto per fedeltà al gruppo, per amicizia e via dicendo

Questo è in maniera molto sintetica il quadro dei motivi che portano a delinquere.
La prossima volta parlerò dei profili psicologici del delinquente.
Grazie per aver letto.

Sort:  

Farai un articolo con un approccio diverso da quello della scuola di Chicago?

In realtà in questo articolo ho enunciato varie teorie. La scuola di Chicago fu solo la prima e a grande linee si limitò esclusivamente a sostenere come la criminalità fosse determinata dalle zone criminali. Le altre, che ho descritto, approfondirono o trovarono altre motivazioni. La mia opinione è che ognuna di loro, con i limiti descritti, ha apportato un contributo a dare una risposta al quesito originale.

Ah allora avevo capito diversamente. Ma gli altri approcci da quali scuole provengono? Solo da gruppi non abbastanza numerosi?

Ho riportato tutte le teorie. Ma non ci sono "scuole".
E' come un migliorare ognuno la teoria precedente o aggiungere un pezzetto.
Tu hai interpretato come la prima scuola fosse la più importante, invece è solo un percorso storico.
La scuola di Chicago, che constava di più persone , ma in particolare due come Clifford Shaw e Henry Mac Kay, era una scuola non di diritto, bensì di sociologia.
Questi due si discostarono dal sociologico pure per avvicinarsi alla criminologia, e furono i primi a farlo.
I nomi successivi non appartengono a "scuole" semplicemente perchè non esisteva più una "scuola". Esistevano delle correnti di pensiero, degli aderenti a delle teorie, tuttalpiù alcuni erano parte di circoli culturali. Un pò come per la psicoanalisi.
Spero di essermi spiegato meglio.

Grazie a te, post molto interessante.

Prego, grazie