Prefazione
Questa rubrica vuole raccontarvi la musica, in particolare quella per l'immagine, attraverso la mia esperienza personale e magari farvi ascoltare ogni tanto anche le mie composizioni che ritengo più significative.
Parlerà principalmente di me, della mia vita lavorativa, delle mie aspettative e come tutti questi fattori ed esperienze si intreccino con la percezione attuale che si ha della musica stessa e di chi, come me, lavora in questo ambito.
Mettersi a nudo ed esporsi è sempre delicato, vi chiedo per tanto di essere sempre sinceri negli elogi, ma soprattutto nelle critiche, qualora voleste commentare, in modo tale da poter trasformare questa rubrica in un luogo di scambi di opinione onesti sempre costruttivi e mai distruttivi.
Buona lettura.
Compositori di ieri e compositori d'oggi
Essere compositore al giorno d'oggi è complicato.
si considera compositore chiunque scriva un pezzo di musica, qualunque essa sia, anche se il suo sapere si ferma a tre accordi da strimpellare su una chitarra e un ottimo orecchio musicale.
Non importa nemmeno se si sappia o no leggere da un pentagramma, o scrivere veramente ciò che si suona.
Mi è capitato per lavoro di dover trascrivere melodie cantate da un brano registrato, perché gli autori dei brani non sapevano come fare con i depositi in Siae che richiedono la partitura della musica.
io al piano, ormai qualche anno fa...
Ad oggi chi è quindi il compositore?
Sfatiamo un mito
L' assunto composizione = arte è tipico di CHI questo lavoro non lo fa per mestiere.
L'immagine ottocentesca del compositore povero, ma felice della propria arte ispirata da chissà quale essere sovrannaturale, è rimasta impressa nell'immaginario collettivo popolare e ha sovrastato quella del mestierante (che era esistita fino ad un secolo prima e sempre esisterà, e che è molto attuale anche oggi, convivente con quella da santone-filosofo-bohémienne)
Chi persegue la via del musicista per hobby, che della storia della musica occidentale spesso sa poco e niente, generalmente insegue il primo tipo di immagine descritta, un po' metafisica, e cerca (nella maggior parte dei casi in buona fede) di far passare per capolavori anche pezzi di musica che capolavori non sono.
Chi scrive musica per mestiere è molto più dissacrante sui propri lavori (non che non tenga alla paternità dei propri brani per questo)
Egli saprà molto bene quando quello che scrive è frutto di una intuizione musicale interessante, ma molto più spesso le sue composizione si saranno affidate alle conoscenze imparate in anni di studio e di esperienza.
Si troverà quasi sempre in imbarazzo, quando verranno elogiati suoi brani che saprà essere frutto di mestiere, ed allo stesso modo rimarrà parecchio deluso quando brani che per lui hanno molto più valore musicale, lasceranno invece indifferente l'ascoltatore.
Mi ricordo che dopo un concerto di Alex Britti, io sono uscito entusiasta perché Alex aveva passato tre ore a suonare brani di Jazz (nei quali veniva fuori tutto il suo esser musicista e compositore jazz), mentre chi era con me si era profondamente annoiato perché non aveva eseguito molti dei suoi pezzi più "belli"e "famosi".
Fortuna che ad Alex questo messaggio non è mai arrivato!
Musica e Musica per immagine.
Se per lo scrivere la musica assoluta, quella cioè non legata ad altro, bisogna aiutare la propria ispirazione con il proprio mestiere, nella musica per l'immagine è proprio la necessità pratica a prendere il sopravvento, e in alcuni casi, è l'ispirazione ad esserne assoggettata.
Senza entrare per ora in dettagli musicali, basti pensare che se si deve musicare un filmato, la durata di quest'ultimo e i cambi di scena al suo interno, obbligano il compositore nelle durate e nelle scelte musicali, magari un tema che era stato inizialmente scritto su 8 battute DEVE necessariamente concludersi in 7.
E se magari, ormai a brano terminato, il regista decide di fare ulteriori tagli, il compositore a suo volta sarà obbligato a ripensare la struttura di tutto il pezzo musicale per farla rientrare nelle nuove durate.
Non è detto che sia il compositore a dover musicare il filmato, anzi...
Nella maggior parte dei casi è il regista a scegliere i brani, e molto spesso succede che i gusti del regista influiscano sulla realizzazione del pezzo.
E così proprio quel pezzo che piace al regista l'abbiamo scritto sudando su ogni nota, è una dei pochi che è frutto di ispirazione vera.
L'abbiamo scritto scegliendo dopo lunga riflessione di affidare il suo tema al violoncello, perché il caldo timbro di questo meraviglioso strumento si adatta perfettamente alla profondità della melodia da noi pensata.
E abbiamo scelto proprio il Do maggiore perché proprio in quell'estensione il violoncello suona più dolce.
E INVECE NO!
Il regista vuole proprio quel brano, ma il tema lo vuole suonato dal violino...
E così noi lo riscriveremo tutto per violino, e ci sentiremo un po' derubati di una parte di noi, della nostra arte, delle nostre scelte musicali.
Sapremo che la sua scelta non sarà mai quella ottimale.
Avrebbe potuto e dovuto scegliere un altro.
E proprio in quel momento ci ricorderemo il punto di partenza, quello che realmente ci differenzia da chi è musicista per hobby e non per professione.
Noi vivremo sempre lì in mezzo.
Noi vivremo sempre tra arte e mestiere.
Credo che l'equilibrio stia nel senso (da noi stabilito) per cui facciamo le cose, e non in quel che facciamo in sé e per sé.
Quando lavori e devi piegarti al committente sarai forse un po' meno soddisfatto di quel che stai facendo, ma sai che quella composizione non è del tutto (o a volte per niente) espressione di te, dato che tu diventi lo strumento per esprimere i desideri di altri.
Quando componi per te, per la tua ispirazione, allora in quel caso vieni fuori solo tu (col tuo bagaglio di esperienze, emozioni, conoscenze...).
Sei fra quelle poche e rare persone che per mestiere fanno una cosa che amano e che è anche una passione. La maggior parte degli altri devono separare quanto è lavoro per vivere da quanto è un hobby, per quanto amato.
Molto ben scritto meeplecomposer, il tuo campo di lavoro è uno dei più affascinanti che esistano, in effetti la correlazione tra immagine e musica è una cosa estremamente profonda. Ma non solo immagini anche ricordi, certe volte ascoltando canzoni che sentivo da ragazzino mi vengono di nuovo in mente tanti bei ricordi di quei tempi.
Verissimo, la musica è “evocativa” per la nostra mente. Anche sciolta Esprime sentimenti, attraverso il suo fluire.
Nel caso dei ricordi è la nostra mente a fare il resto legandola alle immagini! Ed è bellissimo come anche due note o un singolo rumore (non c’è bisogno infatti che si tratti per forza di un pensiero musicale complesso) riescano anche per pochi secondi a trasmetterci ben più di una percezione auditiva. Nel caso del mio mestiere l’immagine è già data, ma la musica riesce a rafforzarne l’effetto (drammatico, comico, o di stupore, di freddo o di caldo). E di questo parlerò sicuramente più in là! :)
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