Sono assolutamente d'accordo sul fatto che a volte (anzi molto spesso) quello che desideriamo non è quello di cui necessitiamo. Mi dispiace molto per la tua situazione, il mio passaggio sulla libertà di sbagliare era più incentrato sul fatto che molto spesso le altre persone ti etichettano subito al primo errore commesso. Logico che poi ci sono categorie diverse di errori, sbagliare mettendosi in auto ubriachi e investire una persona e diverso dal fare un errore sul posto di lavoro. L'impatto sulla vita degli altri è diverso. Parlo di errori che non mettano in pericolo né la propria né l'incolumità degli altri. È un passaggio molto alto su un tema che non potrà mai e non ha neanche l'ambizione di calarsi in modo universale nella vita di ognuno.
Grazie per il tuo commento!
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È che il termine sbagliare è troppo generico e infatti si presta purtroppo sia alla guida in stato di ubriachezza che alla dimenticanza di fotocopiare in tempo utile la circolare aziendale affinchè gli impiegati non si ritrovino obbligati allo straordinario non previsto (per citare due esempi agli antipodi). Per la verità, avevo in mente errori legati a corsi di studi e carriera, che per quanto non possano paragonarsi alla guida in stato di ubriachezza, sono perfettamente in grado di rovinarti per il resto dell'esistenza (e possibilmente pure il futuro economico dei tuoi familiari). Il mio errore del passato è appunto legato al percorso di studi (più che al percorso in sè e per sè, all'indirizzo curriculare) a sua volta legato a motivi apparentemente innocui, ma che al di là della corretta percezione della realtà circostante hanno conseguenze deleterie e a un ulteriore motivo sul quale va steso un velo pietoso. E poichè purtroppo capita spesso e ben volentieri che un errore spinga a commetterne altri (gli errori di questo genere non ne sono affatto esenti), a metà percorso universitario incappai in uno (sia pur legato a una ulteriore percezione errata circostanziale) che assieme a quell'altro sto scontando a tutt'ora e non ho idea di quando finirò di scontarlo (presumibilmente mai). Diciamo che, per farla breve, la serie consecutiva di errori curriculari e a essi legati, direttamente, indirettamente e per interposte circostanze, mi ritrovo esiliata in un paese del terzo mondo nel quale non avevo proprio in mente di andare a vivere. Con tutte le brave conseguenze del caso.